14 Gennaio 2023

Chi si ferma è perduto. Analisi e riflessioni sul concetto del lifelong learning.

Calogero Giannetto

tempo di lettura: 3 min

Image by Sasin Tipchai from Pixabay
Il concetto di lifelong learning, sia che esso venga applicato in campo scolastico o nell’ambito lavorativo, risponde all’esigenza sempre più attuale, in una società complessa in continuo cambiamento, di formare individui in grado di apprendere lungo tutto l’arco della vita.

Infatti, ormai da diverso tempo si parla di apprendimento permanente e di formazione continua. Le conoscenze, le abilità e le competenze propedeutiche richieste ad ogni individuo per l’accesso al mondo del lavoro rappresentano solamente la base di partenza da integrare, giorno dopo giorno, al fine di rispondere ai continui cambiamenti ed innovazioni nella società.

La prospettiva del lifelong learning, in verità, trova spazio e applicazione molto tempo prima che ogni qualsiasi individuo possa delineare per sé un percorso di ascesa lavorativa. Già dai primi anni di scuola, infatti, il discente per mezzo della guida del docente, è chiamato a porre le basi ed acquisire gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere lungo l’intero arco della vita.

Questa è la principale Mission che la Scuola, in quanto agenzia formativa per eccellenza, non deve mai perdere di vista per assicurare ai suoi principali stakeholders, ovvero agli studenti, il successo formativo e l’emancipazione sociale. In chiave Europea, già a partire dal 2006 viene introdotto il concetto di apprendimento permanente con la Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, all’interno della quale trovano spazio otto competenze chiave, sapendo che la competenza è “la comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e/o personale”. Questo documento viene riaggiornato nel 2018 con la nuova Raccomandazione del Consiglio relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente, che a distanza di dodici anni ridefinisce le otto competenze chiave partendo dal presupposto che ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro. Per un maggiore approfondimento, vi invito a leggere il documento europeo del 2018.

Quello che, invece, intendo promuovere in questo articolo è un confronto tra le due Raccomandazioni, le quali, a distanza di dodici anni l’una dall’altra con i conseguenti cambiamenti intervenuti nella società e nell’economia, ridefiniscono tutte e otto le competenze chiave per l’apprendimento permanente da perseguire ad eccezione di una, la quale rimane pressoché invariata. Si tratta della competenza dell’imparare ad imparare.

La competenza dell’imparare ad imparare è un concetto complesso che implica autonomia, consapevolezza nei propri mezzi, motivazione ad apprendere, aggiornamento costante delle proprie conoscenze, connessione con gli altri in maniera costruttiva, capacità di riflettere su se stessi, gestione efficace del tempo e delle informazioni, spirito critico, resilienza di fronte all’incertezza e alla complessità, gestione del proprio apprendimento e della propria carriera.

Alla luce dell’analisi sinora esposta, la riflessione che ne scaturisce è che un apprendimento e una formazione di qualità non possono prescindere dalla solida cornice storica di riferimento, pensiamo per esempio agli insegnamenti del filosofo e pedagogista John Dewey ideatore e promotore del “learning by doing” ovvero dell’imparare facendo, piuttosto che agli insegnamenti altrettanto attuali e imprescindibili di Edgar Morin che, prendendo spunto dal suo predecessore Michel De Montaigne il quale affermava “È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”, diede vita alla Riforma del pensiero in risposta alla sfida di una società complessa.

“Chi si ferma è perduto!” recitava, nell’omonimo film, il grandissimo attore napoletano Totò, a testimonianza che non ci si può adagiare sugli allori, bensì, nella vita così come nel lavoro è fondamentale, ai fini del successo personale e professionale, aprirsi ai paradigmi dell’apprendimento permanente e della formazione continua per essere preparati e poter rispondere adeguatamente alla sfide che il presente ed il futuro prossimo ci riservano.

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Calogero Giannetto

Ciao, sono Calogero e sono un docente e specialista in strategie per l’inclusione di alunni con bisogni educativi speciali.

È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena.

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