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1 Novembre 2025
Essere scrittore è una responsabilità
aminimica.
Barbara Nives Bigi
tempo di lettura: 5 min
Penso che questo avrebbe dovuto essere il mio primo articolo
su questo blog. In ogni caso è sicuramente il più importante.
Sono diversi giorni che mi chiedo perché ho tardato tanto e
non riesco a darmi una risposta. Temo di non averci semplicemente pensato
prima. Alcune volte mi capita di essere distratta, con la testa tra le nuvole o
forse sono troppo spesso guidata da ciò che penso gli altri si aspettino da me
piuttosto che da quello che ritengo realmente fondamentale.
Ho consapevolizzato la rilevanza di questo articolo alcuni
giorni fa. Stavo rientrando da un piacevole pomeriggio al bar con un'amica con
cui avevo condiviso una merenda golosa e mi ero persa in chiacchiere che hanno
spaziato dai resoconti sulle vite dei nostri figli, ai crucci e le gioie del
lavoro e ai ricordi di quando da giovani studentesse per un pò abbiamo
condiviso appartamento e amici fino a giungere come sempre a ragguagliarla sui
lenti ma costanti progressi dei miei libri. Le mie amiche sono in genere le mie
più grandi sostenitrici e spesso si emozionano e ci credono più di quanto non
faccia io. Resta il fatto che mi sono messa al volante per tornare a casa con
una sensazione appagante, un misto di gioia e tranquillità.
Non amo guidare perché penso che le auto nel traffico siano
la situazione perfetta dove l'essere umano si sente giustificato e libero di
sfogare ogni frustrazione che normalmente nasconde nel profondo di sé. Quel
giorno ero proprio soddisfatta della mia giornata per cui non mi toccava
minimamente l'agitazione palpabile dell'ora di punta serale. Guardavo con un
sorriso i tentavi di sorpasso spericolato o l'utilizzo spregiudicato del
clacson, non nello specifico rivolti a me. Erano anche i giorni della partenza
della Flotilla in viaggio per Gaza. Lo sottolineo perché, al di là del pensiero
personale di ognuno (che rispetto), datemi atto che è stato un periodo di
grande risveglio delle coscienze.
Nel mio piccolo, ferma ad un semaforo rosso, rinfrancata
dalla luce calda del tramonto (per me il momento di maggior ispirazione della
giornata) mi sono persa a pensare un pò ai miei libri, alle presentazioni che
intendo ancora fare e un pò a questi viaggiatori e al loro desiderio di
cambiare le cose, di portare pace. Dal nulla, come un fulmine a ciel sereno mi
sono resa conto di non avervi mai parlato della responsabilità dello scrittore.
A prescindere dalle motivazioni che vi spingono a
scrivere... per far sfoggio della vostra fantasia, per buttar fuori qualcosa
che vi turba, per guarire qualche parte di voi, o perché pensate di aver cose
interessanti e conoscenze da condividere col mondo, perché non volete essere
dimenticati, o qualsiasi altra motivazione vi spinga a scrivere e qualsiasi
genere vi interessi, horror, romantico, attualità, avventura, fantasy,
poliziesco, gialli, saggistica, narrativa ... come scrittori avete una grande
responsabilità: le vostre parole entrano nelle case delle persone, nella loro
intimità, nella loro pacata tranquillità o, se preferite, nell'isteria che
caratterizza la nostra società e devono apportare un cambiamento, devono essere
un valore aggiunto. Non potete scrivere tanto per fare, solo per riempirvi il
tempo, avete la responsabilità di ciò
che dite e di come lo fate ma soprattutto di dove volete arrivare con ciò che mettete
nero su bianco. E sempre, ma ancor più attualmente, è importante che ciò che scrivete porti positività, buoni
valori, una visione ampia, un punto di vista diverso sulle questioni,
guarigione e fiducia nel futuro incerto che abbiamo davanti a noi.
Non possiamo scrivere solo per sfogarci o per alleggerirci.
Non possiamo farlo solo perché pensiamo che ciò che abbiamo da dire sia
interessante, dobbiamo farlo per apportare qualcosa di positivo, per stimolare
le persone alla riflessione, alla chiarezza mentale, alla guarigione interiore,
alla speranza. Devono sentire la nostra mancanza una volta finito il libro.
Non perché siamo un pezzo di umanità speciale, illuminato, ma perché abbiamo un
cuore e abbiamo un'arma potentissima tra le mani, la nostra penna (o tastiera
se preferite). Facciamo in modo che sputi fiori.
In questo mondo in cui i social la fanno da padrone, in cui
vanno per la maggiore i messaggi anonimi e non sempre ma spesso
raccapriccianti, cattivi o comunque critici, dove ci si nasconde dietro lo
schermo per sfogare rabbia e astio, dove sempre più spesso amiamo infilare il
dito nella piaga e spingere, noi possiamo fare la differenza.
Se vuoi essere uno scrittore devi essere disposto a metterci
la faccia, a prenderti la responsabilità di ciò che sostieni e puoi fare in
modo che questa tendenza all'aggressività cambi in qualcosa di meglio. Puoi,
anzi, devi decidere di portare un pò di luce, di speranza, di guarigione nella
vita altrui.
Devi sempre aver presente che chi sceglie di leggere il tuo
libro ti dedica il suo tempo, si apre a te, ti lascia spazio nella sua vita e
tu hai comunque un grande potere, usalo bene. Il messaggio che lanci arriva
lento ma costante a queste persone, non sono due righe lanciate nel web. È un
messaggio che lasci ad un individuo che si prende qualche ora o qualche giorno
per ascoltarti, per accoglierti ed eventualmente per accettarti o per metterti
in discussione. Va bene comunque, sei arrivato al tuo scopo.
Se sei molto fortunato non raggiungi una persona ma tante e
puoi fare la differenza nella loro vita sia che tu scriva di viaggi, di
spiritualità o d'avventura. Tutto riporta sempre e comunque alla vita reale.
Per tutte queste ragioni se posso darti un consiglio (e
credo che sia il più prezioso che ho a disposizione) prima di scegliere la
trama, il titolo, il nome dei personaggi, ancor prima di pensare a come
articolare la storia, siediti, respira, chiudi gli occhi e chiediti: "Cosa
voglio comunicare? Che messaggio voglio dare? Che sentimenti voglio
suscitare?"
Parti dalle risposte che saprai darti.
Cerca di migliorarlo questo mondo così acciaccato, questa
società così arrabbiata. Tu puoi fare la differenza con le tue parole e anche
se la farai nella vita di una sola persona, avrai già vinto. Lo so
probabilmente non sei una persona risoluta, come non lo sono io, ma puoi
iniziare questo percorso di guarigione assieme ai tuoi lettori.
Non stai scendendo in piazza, non stai imbarcandoti su una
di quelle navi che partono con la speranza di salvare le balene o il pianeta,
non sei probabilmente un medico che arriva a portare aiuto in zone di guerra. È
vero, non stai facendo tutto questo, ti stai solo sedendo davanti alla tua
tastiera, probabilmente nell'aria confortevole di casa tua ma in un certo qual
modo questo gesto ti dà l'opportunità di scendere in prima linea, di fare la
differenza per questo pianeta o forse anche nella vita di un solo suo abitante.
Penso sia una grandissima responsabilità.
Sii positivo e sii costruttivo, testimone di pace e di
speranza. Sii il primo portatore del cambiamento che vorresti vedere, quindi
non scrivere solo per te stesso, si consapevole che, se tutto va bene,
arriverai molto lontano, pensa bene a quello che intendi esprimere, sii
altruista, non ti risparmiare. Ora parti prode guerriero sei pronto per
cambiare il mondo, abbi fiducia in te stesso.
Grazie per tutto quello che di bello stai per fare per il
nostro futuro.
Ciao! Mi chiamo Barbara e sono una scrittrice. Lavoro come impiegata ma continuo a coltivare le mie passioni: lettura, fotografia, ricamo, lavorazione del feltro, pittura, lavorazione della creta e scrittura.
La vita può anche provare a fregarti, ma tu non ti arrendere mai.