18 Ottobre 2025

L'importanza del primo impatto.

Barbara Nives Bigi

tempo di lettura: 5 min

Foto di Anastasiya Badun da Pixabay
Comincio ancora una volta dalla fine del lavoro, d'altronde io aborro l'ordine e la regolarità.
È noto che solitamente sentiamo simpatia o avversione verso una persona appena conosciuta da come è vestita, da come si atteggia, da qualche piccolo tic, da come si rigira le ciocche di capelli tra le mani o si liscia i vestiti, ancor prima che abbia la possibilità di aprir bocca.

La stessa cosa ci accade scegliendo un libro.

Personalmente sono un'accanita lettrice e posso affermare che nove libri su dieci li scelgo guardando la copertina.

Raramente mi faccio catturare da una recensione o dal consiglio di un amico.

Da questo modus operandi esulano i miei autori preferiti di cui ho letto praticamente tutto quello che c'è in commercio a prescindere dalle copertine o dagli argomenti trattati, ma questi ultimi non hanno nulla che fare con ciò che voglio raccontarvi.

Sto parlando di quando si entra in una libreria senza nulla di preciso da acquistare, solo per dare un'occhiatina e si esce se va bene con un paio di volumi sottobraccio, altrimenti con uno scontrino che ti dice: "Tanto valeva andare in gioielleria!".

In questo caso ad attrarci, secondo me, sono per lo più la copertina ed il titolo.

L'argomento ... mi suggerirete voi. Sì, anche quello.

Cosa mi dite allora dell'impaginazione, del font o del profumo che emana?

Ma, ci stiamo perdendo!

La copertina ed il titolo a mio parere sono fondamentali se volete che il vostro libro arrivi alle persone.

Fate in modo che le vostre scelte siano incisive, che catturino l'attenzione anche dell'osservatore distratto.

Naturalmente non posso che rendervi partecipi della mia esperienza.

Di solito mentre il testo prende forma, più mi addentro nel racconto che sto scrivendo, più inizio ad immaginarmi come vorrei che il libro si presentasse al mondo.

La copertina solitamente è un elemento che si definisce in accordo con la casa editrice (ragione per cui vi consiglio per farvi un'idea, di dare una sbirciatina al loro catalogo, prima di firmare il contratto), quindi ben dopo aver messo la parola fine al termine della stesura e della revisione delle bozze, perché questa, come vi dicevo all'inizio, è veramente l'ultima parte del lavoro per arrivare al libro come oggetto tangibile.

Per i miei due romanzi come vi dicevo nel mio precedente articolo ho fatto esperienze molto diverse.

La Badiglione Editore nonostante abbia in forze ottimi grafici, sapendo che anche'io dipingo, mi  ha chiesto di produrre alcune tavole contenenti  immagini descritte nel racconto stesso che poi hanno unito in una composizione armonica che trovo particolarmente efficace. Mi ricorda un po' i disegni che si possono ammirare nei libri per l'infanzia. “L'incanto” effettivamente parla di affido famigliare, di maternità ed i protagonisti assoluti sono i bambini, per cui la copertina mi pare particolarmente azzeccata anche se all'inizio avevo in testa un'idea molto diversa.

La Sensoinverso Edizioni mi ha lasciata molto libera mettendomi a disposizione i loro grafici per i ritocchi finali. Mi hanno fornito molte immagini, tra cui io avrei potuto scegliere, ma nessuna di esse mi convinceva completamente. Alla fine ho proposto una fotografia a me molto cara che sono riusciti ad adattare per l'uso che dovevamo farne. “Compagna di viaggio” in copertina ha un portale energetico che amo molto e che ho fortemente voluto; la fotografia è stata scattata da Chiara Comastri una mia carissima sorella in spirito. Ho chiesto ai grafici di porre in primo piano il disegno di due farfalle bianche perché hanno un significato speciale all'interno del racconto e sono un po' le messaggere tra la dimensione fisica e i piani spirituali.

Scegliere i titoli penso che sia sempre molto divertente anche se spesso mi trovo alla fine del libro o del racconto che ancora non ho le idee chiare.

Un’eccezione a questa regola è stata ad esempio “Hope” (lo potete trovare a questo link:

https://www.edizionisensoinverso.com/collana-extra-aggiornata/l'altalena-di-aa.vv.).

È un racconto breve che parla della malattia di uno dei mie figli, ed è stato proprio il titolo a suggerirmi la piega che volevo dare al testo. Questa esperienza mi ha dato la sensazione di correre a tutta velocità verso un muro. La vita spesso può sorprenderci e anche le storie che paiono già scritte possono cambiare, ma in ogni caso penso ci sia sempre la speranza di riuscire a saltare l'ostacolo che l'esistenza ci pone di fronte. Per cui Hope mi è parso particolarmente azzeccato.

Il titolo penso che debba incuriosire, darci qualche indizio su ciò che andremo a leggere senza svelaci troppo. Deve stimolare la nostra curiosità e non può essere banale.

“L'incanto” (lo trovate a questo link:

https://www.badiglioneeditore.com/Pagine/Catalogo%20Badiglione%20Editore.html)

era pronto, corretto e ricorretto ma non aveva un titolo. Non trovavo nulla di convincente e stavo per desistere. Pensavo che ciò che non ha un nome non ha neppure un'identità e quindi forse il mio racconto non era così incisivo come avrei voluto che fosse. Ero abbastanza scoraggiata.

Un giorno ero fuori in camper con la mia famiglia. Dopo pranzo mi sono coricata in mansarda a lambicarmi su questo benedetto titolo che non arrivava mentre mio marito seduto in dinette giocava con i nostri figli. Chiacchieravano e scherzavano. Mi sono distratta dal mio dilemma per ascoltarli estasiata dall'attimo che stavamo vivendo inconsapevolmente perfetto e mi sono trovata proprio a pensare: "Questo è un momento bellissimo, è un incanto".

Avevo il titolo!

Con i figli si vivono molte situazioni perfette ed altre perfettamente complicate ma a prescindere da tutto sono sempre un incanto. Parola che tra l'altro avevo utilizzato diverse volte nel testo.

Avevo il titolo tra le mani da tempo e non me ne ero neppure accorta.

Per “Compagna di viaggio” (lo trovate a questo link:

https://www.edizionisensoinverso.com/acquafragile-1/compagna-di-viaggio-di-barbara-nives-bigi)

che parla di una giovane universitaria alle prese con gravi crisi di panico, è stato molto più semplice trovare un titolo nonostante l'argomento sia decisamente più gravoso.

Frequentavo,  nel  periodo in cui stavo scrivendo, diverse persone che soffrivano di questo male così attuale, ciò mi ha permesso di osservarle da vicino. Tra queste c'era una collega. Con lei prendevo il treno tutte le mattine per andare al lavoro, ed un giorno lei non è riuscita a salire in carrozza, l'ho dovuta lasciare alle cure dei paramedici prima di procedere verso la mia meta. Una volta sul treno mi sono resa conto che la paura è una compagna di viaggio che affianca per un breve periodo o per molti anni, a seconda dei casi, queste persone nel loro percorso di vita. Realizzare questo concetto mi ha suggerito un titolo a mio avviso perfetto.
“Serpi, vipere ed altri esseri striscianti” è un racconto breve che ho scritto per un concorso letterario. Parla del bullismo visto dall'adulto che ricorda se stesso bambino e che si rende conto di come le dimensioni  di questi bulli che hanno ammorbato la sua giovinezza siano realmente minuscole. I così detti bulli sono spesso persone problematiche e insignificanti. È un pò la consapevolezza di come la vita, cambiando prospettiva, sia in fondo giusta e dia ad ognuno il ruolo che merita, anche quello dell'essere strisciante.

Con questo chiudo l'elenco dei titoli che ho inventato per non annoiarvi con troppe descrizioni ma voglio darvi un consiglio: fate in modo che sia un processo divertente quello che vi porta ad ideare titolo e copertina del vostro libro, perché il lettore percepirà questa sensazione appena lo avrà tra le mani.

Se decidete di lanciarvi nel magico mondo della scrittura, fatelo con entusiasmo e rendete la scelta dei titoli e delle eventuali copertine esilarante.

Siatene orgogliosi ed entusiasti, non solo perché siete alla fine del lavoro che vi permetterà di toccare e sfogliare il vostro libro ma anche perché state consegnando ai vostri lettori un'opera da poter osservare, annusare, toccare, aprire e devono sentire di non poter fare a meno di leggerla.


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Barbara Nives Bigi

Ciao! Mi chiamo Barbara e sono una scrittrice. Lavoro come impiegata ma continuo a coltivare le mie passioni: lettura, fotografia, ricamo, lavorazione del feltro, pittura, lavorazione della creta e scrittura.

La vita può anche provare a fregarti, ma tu non ti arrendere mai.

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