24 Maggio 2025

Stralci del “L’incanto”.

Barbara Nives Bigi

tempo di lettura: 3 min

Foto di Esi Grünhagen da Pixabay
Quando arriviamo al parco, troviamo i nostri tre uomini già appesi come babbuini alle sbarre per fare le flessioni. Anche se, onestamente, quello che vedono i miei occhi non sono proprio flessioni. Più che marines che potenziano gli addominali, mi sembrano le contorsioni dei lombrichi sulle dita birichine di un bambino.

Non diciamoglielo, anzi esaltiamo un po’ il loro ego! penso tra me e me.

<<Bimbe! Ma chi sono quei tre bei fustacchioni muscolosi?>> esclamo rivolta alle mie ragazze, che se la ridono sotto i baffi guardandosi con sguardi eloquenti e beffardi.

Gli uomini gonfiano i pettorali con orgoglio, mentre noi li informiamo distrattamente che stiamo per dirigerci verso le giostre e lentamente riprendiamo il nostro cammino, lasciandoli pendere miseramente dalle sbarre di ferro, tutti presi dalle loro contorsioni.

Rachele e Gaia chiacchierano e io mi godo la passeggiata sul sentierino ascoltando il vociare e le risa dei bambini che giocano, il cinguettio di qualche uccellino nascosto tra le fronde degli alberi e la ghiaia bianca, che scricchiola ritmicamente sotto le scarpe e le ruote del passeggino.

Sono belli i rumori del parco.

Lungo il percorso mi viene un’idea.

<<Che ne dite di toglierci le scarpe e camminare scalze sull’erba del prato, bimbe?>> esclamo, enfatizzando volutamente il tono della proposta.

<<Sììì!>> mi rispondono in coro.

Si siedono esattamente dove sono, in mezzo al sentiero. Lanciano le calzature, che non si sono preoccupate di slacciare, verso il passeggino, e corrono nel prato, lasciandomi sola a togliere le scarpine a Rosy e a sfilarmi le mie esattamente come hanno fatto loro, senza slacciarle.

Appoggio la bimba nell’erba. Lei mi guarda con aria perplessa e naturalmente non si muove. Raduno la distesa di scarpe e la infilo nel sacchetto a forma di fragola che tengo sempre in borsetta. Lo aggiungo al carico del passeggino, che spingo verso Rosy per arrivare a prenderla per mano. Procediamo per la nostra passeggiata. A stento riesco a nascondere il sorriso che mi strappa tutte le volte che, camminando, inarca i piedi e si china in avanti con aria curiosa per guardarci sotto, perdendo regolarmente l’equilibrio. Pare molto impegnata a cercare di comprendere la sensazione che prova al contatto con l’erba, poi opta per procedere in punta di piedi verso Gaia e Rachele. È come se le si fosse accesa una lampadina nella mente e con aria soddisfatta pensasse: Così facciamo prima! È proprio buffa.

Appena Pasticcia e Pulcino mi vedono andare verso di loro trascinando il passeggino con una mano e accompagnando Rosy con l’altra, ci corrono incontro, si impossessano della piccola e la prendono per mano, una a destra e una a sinistra. Il risultato è una goffa passeggiata: una improbabile principessa dall’incedere incerto, tuttavia regale, rigorosamente sulle punte dei piedi, e le sue cortigiane. Il tutto è piuttosto macchinoso e traballante, ma decisamente esilarante. La principessa ha l’aria soddisfatta e felice: si vede che si sente al centro dell’attenzione. Esito un attimo per poterle osservare con calma, poi con le mani libere mi rimetto alla guida del bolide, che riesco a manovrare con più agilità. Questo mi permette di mettermi velocemente in coda al corteo delle mie ragazze e di non perderle mai di vista. Posso finalmente rilassarmi e godermi la sensazione delle piante dei piedi sull’erba fresca.


L'articolo è un breve estratto del libro "L'incanto" di Barbara Nives Bigi (in vendita su Badiglione Editore)

 

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Barbara Nives Bigi

Ciao! Mi chiamo Barbara e sono una scrittrice. Lavoro come impiegata ma continuo a coltivare le mie passioni: lettura, fotografia, ricamo, lavorazione del feltro, pittura, lavorazione della creta e scrittura.

La vita può anche provare a fregarti, ma tu non ti arrendere mai.

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