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8 Febbraio 2025
Ampel Aus. Seconda puntata.
Filippo Montemurro
tempo di lettura: 5 min
Nonostante tutto, in Germania l’immigrazione preoccupa più dell’economia.
Heil tesla – Evviva tesla
La settimana scorsa, il 27 gennaio, il calendario ci ha ricordato che sono passati esattamente 80 anni da quando i soldati dell'armata rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz. In occasione di questo importante anniversario il Presidente della Repubblica Federale Frank Steinmeier si è recato proprio in Polonia a visitare l'ex campo di concentramento, adesso adibito a luogo di memoria. Il Presidente ha definito le colpe tedesche in merito all'Olocausto <<parte della storia tedesca e parte della nostra identità>> e infine ha aggiunto che sono un qualcosa <<con cui dover fare i conti ogni giorno>>.
Tutto questo è avvenuto qualche giorno dopo che Elon Musk, durante la cerimonia di insediamento di Donald Trump, in un discorso alla nazione, ci ha tenuto a mostrare il proprio amore verso il pubblico facendo un gesto molto ambiguo che richiamava chiaramente un saluto nazista.
Le immagini, che hanno fatto ovviamente il giro del mondo, hanno destato particolare scalpore qui in Germania, dove il saluto nazista è un gesto assolutamente vietato e punito molto severamente - anche se eseguito col braccio sinistro, come afferma una sentenza di un tribunale federale.
Nella notte tra il 22 e il 23 gennaio un gruppo di attivisti ha proiettato sulla fabbrica Tesla a Berlino l'immagine di Elon Musk che fa il saluto romano con annessa scritta "Heil Tesla" - che richiama ovviamente l’”Heil Hitler", il saluto che veniva rivolto al Führer.
Elon Musk, due giorni dopo, è intervenuto con un videomessaggio durante un evento di campagna elettorale di Afd, il partito di ultradestra guidato da Alice Weidel. Il miliardario statunitense, oltre ad aver detto che i tedeschi devono essere fieri di essere tedeschi, ha affermato che quest’ultimi si "concentrano troppo sui sensi di colpa del passato". Insomma, Afd e Musk strizzano l'occhio ai nostalgici ed ai revisionisti del periodo nazista.
Die Einwanderung – L‘immigrazione
Una strizzata d'occhio che non arriva a caso dal momento che il sentimento patriottico e la deriva antimmigrazione sono stati temi molto caldi in questi ultimi due mesi di campagna elettorale.
Questo perché qualche giorno prima c'era stato un attentato terroristico ad Aschaffenburg, in Baviera. In questo attentato sono stati uccisi un bambino ed un uomo. A compiere l'attentato è stato un uomo Afghano che era entrato in Germania nel 2022 e aveva fatto richiesta d'asilo nel 2023. Richiesta poi interrotta dopo che lo stesso uomo aveva dichiarato di voler lasciare volontariamente il paese.
Ma non solo, anche lo scorso dicembre a Magdeburgo, un cittadino dell’Arabia saudita aveva investito delle persone in un mercatino di Natale provocando decine di morti.
Questi attentati hanno riacceso un dibattito molto sentito qui in Germania, ovvero quello sull'immigrazione.
Stando alla tv pubblica ARD, l'immigrazione rappresenta la prima priorità per il 37% dei tedeschi. Una preoccupazione che è anche sopra quella economica, che è la priorità assoluta per il 34% delle persone.
Per Afd il tema dell’immigrazione e l’inasprimento delle procedure d’accoglienza dei richiedenti asilo sono un qualcosa con cui ogni giorno si confrontano e su cui hanno spinto l’acceleratore in questa campagna elettorale. In seguito a questi drammatici eventi, però, anche altri partiti - compresi quelli di sinistra – sono stati portati ad inasprire le proprie proposte sul tema dell'immigrazione per assecondare un sentimento che evidentemente smuove i tedeschi in questo momento.
In particolare, il partito CDU guidato da Friedrich Merz - probabile prossimo cancelliere tedesco - il 29 gennaio ha proposto due mozioni al Bundestag. Quest'ultime non sono vincolanti per il governo ma hanno un forte valore politico poiché sono, di fatto, prese di posizioni politiche.
Riskante allianzen – Alleanze rischiose
La CDU, tra le altre cose, ha chiesto la dichiarazione di stato d'emergenza, respingimenti ai confini e controlli permanenti alle frontiere. Questi ultimi due punti sono inattuabili poiché i respingimenti ai confini sono regolati dal trattato di Dublino, il quale non contempla il respingimento dei migranti, bensì l'identificazione del paese responsabile dell'attuazione delle procedure di rimpatrio. Il controllo permanente alle frontiere è impedito dalla più basilare regola del trattato di Shengen, il quale non prevede controlli alle frontiere tra gli Stati dell'area Shengen.
Insomma, come dicevo, non sono proposte concrete bensì posizionamenti politici che servono solo ad attrarre ulteriori voti. Ed i voti in un certo senso sono arrivati poiché una delle mozioni, quella che prevede il respingimento ai confini, è stata approvata da 348 parlamentari – 345 sono stati contrari e 10 si sono astenuti. Tra quelli a favore, ci sono anche i membri di Afd, fondamentali per l'approvazione.
Le mozioni, ovviamente, sono compatibili con quelle che sono le proposte identitarie di AFD, il quale non ha fatto fatica a votarle.
Dopo l’approvazione di questa mozione, Merz è stato molto criticato da partiti come SPD e i Verdi, i quali hanno accusato il leader di CDU di fare il gioco di Afd.
Scholz si è spinto addirittura a dire che Merz ha commesso <<un errore imperdonabile>> ad aver proposto una mozione che chiaramente strizzava l’occhio ad Afd, che l’attuale cancelliere ha definito <<una forza politica che combatte la nostra democrazia e disprezza l’Europa unita>>.
Merz per discolparsi ha detto di aver chiesto a SPD e ai Verdi di votare insieme a lui la mozione, affinché Afd non risultasse determinante, ma che ciò non era stato accolto positivamente.
La rabbia di Scholz deriva dal fatto che intorno ad Afd vi è un cordone sanitario, tenuto insieme da tutti gli altri partiti del Bundestag, il quale fa in modo che Afd non riesca a governare neanche uno stato federale. L’approvazione di questa mozione, di fatto, spezza quel cordone sanitario che da anni è stretto intorno a questo partito.
Merz, che comunque sta riposizionando CDU sempre più a destra, rinnegando addirittura le politiche pro-accoglienza di Angela Merkel (ex leader di CDU), ha dichiarato di non aspirare ad altre maggioranze che non siano “quelle centriste e democratiche”, rimandando la responsabilità delle alleanze agli altri partiti.
CDU, dal canto suo, continua a dire di non voler governare con Afd – che al momento è il secondo partito nei sondaggi dopo CDU.
Effettivamente i sondaggi del Der Spiegel non contemplano neanche la possibilità che i neri di CDU si alleino con gli azzurri di Afd. Per adesso le alleanze più probabili sono quelle della CDU con SPD o CDU con i Verdi. Però si sa, in politica può accadere di tutto. Vedremo se i sondaggi saranno rispettati o se Merz, che già ha abituato a colpi di teatro, accoglierà la richiesta di Alice Weidel, la quale ha detto pubblicamente di voler creare un governo nerazzurro.