5 Luglio 2025

Il carcere uccide soprattutto d’estate.

Filippo Montemurro

tempo di lettura: 5 min

Foto di Hasan Almasi su Unsplash
Sorprende, ma non dovrebbe, la nuova presa di posizione della seconda carica dello Stato in merito alla situazione delle carceri italiane. Da anni, infatti, Ignazio La Russa, ma in generale tutto Fratelli d’Italia, ha sempre mostrato disinteresse per quelle che sono le condizioni delle carceri – e di chi vi è recluso.
Chi sbaglia deve sempre pagare, ma in condizioni di piena civiltà.

È così che termina il testo del post che La Russa ha postato su instagram. Nelle due foto allegate al post è possibile vedere il Presidente del Senato a colloquio con Rita Bernardini, esponente del partito radicale, e Roberto Giachetti, di Italia Viva.

Quest’ultimo, nel novembre del 2022, aveva proposto un disegno di legge che andasse a contenere un’emergenza, quella delle carceri, difficile da risolvere con un singolo disegno di legge ma che comunque sarebbe stato d’aiuto.

Per stessa ammissione di Giachetti, infatti, il disegno di legge da lui proposto non puntava a risolvere il problema strutturalmente, bensì a mitigare gli effetti di quella che è a tutti gli effetti una crisi umanitaria.

Giachetti propose di aumentare – anche retroattivamente – i giorni di sconto di pena dei detenuti che avevano tenuto una buona condotta dai 45 attuali a 60. Attualmente, infatti, i giorni di sconto di pena sono 45 ogni 6 mesi di pena già espiata. La proposta di Giachetti avrebbe sicuramente aiutato a contenere un problema che, come detto prima, è anzitutto sistemico. A questa proposta, però, la maggioranza si era opposta con fermezza, preferendo approvare il decreto legge del Ministro Carlo Nordio, il quale non aveva alcuna misura volta a contenere l’emergenza.

Anzi, il 2022 si rivelò l’anno con più suicidi nelle carceri italiane da quando se ne tiene conto. Gli 84 suicidi del 2022 sono stati superati l’anno scorso, quando a fine anno, stando ai dati del dossier pubblicato da Ristretti Orizzonti, i suicidi in carcere hanno raggiunto quota 91.

Consultando i dati del DAP e di Ristretti Orizzonti pubblicati dall’Associazione Antigone, è possibile constatare che suicidi si sono consumati durante tutto l’anno con dei picchi nei mesi estivi.

I 14 suicidi di luglio 2024 non sono un dato da sottovalutare – non solo perché si tratta di vite umane – poiché è indice del fatto che in estate il carcere diventa un posto ancora più pericoloso.

Su questo blog sono numerosi gli articoli in cui ho parlato della situazione strutturale delle carceri italiane per cui non intendo ripetermi.

Va detto, però, che un sempre più crescente sovraffollamento (i dati al 30 aprile 2025 indicano 62.445 detenuti su 51.280 posti disponibili) e un’edilizia penitenziaria che non va assolutamente incontro a quelle che sono le necessità fisiologiche dei detenuti, sono alcuni dei motivi per cui i detenuti si tolgono la vita maggiormente nei mesi estivi.

Per la precisione, stando al Garante nazionale delle persone private della libertà, i posti realmente disponibili sarebbero 46.808 al netto di sezioni completamente inagibili per problemi strutturali e mancanza di personale. Questo fa sì che siano 4.500 posti in meno quelli disponibili ad accogliere – per quanto possa essere accogliente una situazione simile – i detenuti. Il tasso di sovraffollamento del 121% – già altissimo – salirebbe al 133%.

Questo, nella pratica, comporta che vi siano celle da 20 mq al cui interno vi soggiornino anche 5/6 persone.

Stando al decreto ministeriale del 5 luglio 1975 i detenuti dovrebbero disporre di almeno 9 mq in cella singola e 7 mq in cella condivisa, con un’altezza minima di 3 metri. Va da sé che questi standard minimi non sono affatto garantiti nelle carceri italiane (motivo per cui l’Italia è già stata condannati dalla CEDU con la sentenza Torregiani nel 2013, di cui ho già parlato su questo blog).

Uno dei motivi per cui i detenuti si tolgono la vita più frequentemente durante i mesi estivi risiede nei problemi strutturali delle carceri. L’edilizia penitenziaria non si è mai adeguata al sempre più crescente numero di detenuti.

Anzi, la mancanza di fondi e l’immobilismo dello Stato in merito a temi come il carcere, hanno fatto sì che la maggior parte delle carceri italiane sia adesso in uno stato deplorevole. La stessa associazione Antigone, nei suoi frequenti sopralluoghi nelle carceri italiane, riferisce di celle umide con la muffa sulle pareti. Situazioni come queste contribuiscono a far scaturire patologie ai detenuti e ad acuirle se pregresse.

Il problema dei mesi estivi, come è facile intuire, è il caldo (in costante crescita di anno in anno per via dei cambiamenti climatici). Il caldo con cui tutti noi – persone non private della libertà – dobbiamo fare i conti nei mesi estivi si acuisce in un carcere che non è strutturalmente fatto per ospitare così tanti detenuti.

Le celle, di fatto, fungono da catalizzatrici del caldo esterno, che si riverbera in questa stanza minuscola vissuta da più persone di quante dovrebbero.

Le celle hanno una sola finestrella che difficilmente può contribuire in maniera efficace al ricambio d’aria. Ovviamente l’aria condizionata non è prevista in alcuna cella. Al massimo i detenuti possono essere dotati di un ventilatore (il quale il più delle volte sposta aria calda da una parte all’altra).

Il disagio, inoltre, è nell’essere in molti in uno spazio ristretto. Il che può essere fastidioso nei mesi estivi. Per alcuni insopportabile.

A questi problemi di natura pratica va aggiunta anche una componente sanitaria importante dal momento che spesso nelle celle sono presenti persone con disagi psichici e psichiatrici o, molto più frequentemente, persone tossicodipendenti non adeguatamente trattate ed incompatibili col regime carcerario. Questi soggetti, infatti, non solo non dovrebbero stare in carcere, ma patiscono più degli altri in un carcere d’estate. Sono loro, infatti, i soggetti che tendono di più a suicidarsi o, più in generale, commettere atti autolesivi.

Per concludere, quindi, va sottolineato che le carceri sono più pericolose nei mesi estivi. Parafrasando il titolo del film di Pif, potremmo dire che le carceri uccidono soprattutto d’estate.

La proposta del deputato Roberto Giachetti, di aumentare i giorni di sconto della pena, appare quindi una timida soluzione che permetta quantomeno di far abbassare nell’immediato il tasso di sovraffollamento.

La speranza è che La Russa accolga questa proposta ed abbia il coraggio di andare contro il suo stesso partito e muoversi in una direzione che possa provare a cambiare le cose, seppur nel breve termine e non in maniera strutturale.

Perché, come ha ricordato lui stesso nel post di Instagram citato sopra, “Chi sbaglia deve sempre pagare, ma in condizioni di piena civiltà” e poi perché è la seconda carica di uno Stato che al 27° articolo della propria Costituzione ha espresso “il divieto di pene contrarie al senso di umanità”.


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Filippo Montemurro

Ciao! Mi chiamo Filippo e sono un blogger. Parlo di politica interna con un occhio di riguardo per le condizioni delle carceri in Italia.

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