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21 Gennaio 2023
Il circle time: comunicazione e vicinanza emotiva per la risoluzione dei conflitti.
Flavia Oliverio
tempo di lettura: 2 min
Il classico metodo di insegnamento
frontale che prevede una sola via di apprendimento per tutti gli allievi,
ormai, non è più molto efficace e sufficiente a soddisfare i bisogni
individuali e le esigenze di classi sempre più variegate ed eterogenee.
Per rispondere a questa esigenza di differenziazione e
portare tutti sullo stesso piano, sullo stesso livello, il circle time
rappresenta il giusto accordo: come suggerito dal nome stesso, ci si siede in
cerchio cosicché tutti riescano a guardarsi in faccia, negli occhi, ed
esprimersi liberamente.
E, proprio perché si tratta di un
momento di parità, anche l’insegnante o formatore farà parte del cerchio,
proponendo l’argomento, coordinando la conversazione e ricoprendo il ruolo di
mediatore e osservatore che non fa domande e non dà risposte.
Il suo ruolo è “solo” quello di
stimolare gli individui, ascoltarli con attenzione. Non è affatto un ruolo
facile questo… D'altronde nemmeno l’apprendimento cooperativo lo è!
In tale situazione di democrazia il
tempo del cerchio, o cerchio della condivisione, non prevede lo studio di
materie, ma ha l’obiettivo di far:
sviluppare e mantenere atteggiamenti positivi;
acquisire maggiore consapevolezza rispetto a
temi sociali e soprattutto verso se stessi;
rispettare le regole e le opinioni altrui;
esprimere i propri stati d’animo, emozioni e
sensazioni senza sentirsi addosso il giudizio degli altri.
Non esistono gerarchie e, più che metodologia
di insegnamento, si potrebbe pensare al circle time come una tecnica di comunicazione
atta a sostenere ed incoraggiare l’educazione e la sfera psicoemotiva di
ognuno.
Perché è in questo cerchio che ci
si spoglia completamente delle proprie paure e perplessità, che si rispettano i
valori dei compagni, che ci si ascolta nel profondo. È un ambiente, il cerchio,
sicuro, confortevole, affidabile.
È questa un’attività che prevede
l’integrazione, l’inclusione, l’ascolto attivo e la partecipazione di tutti,
in cui l’empatia aiuta a gestire le emozioni e si valorizzano le difficoltà.
Il momento operativo del circle
time è di sicuro utilissimo per cercare di risolvere problemi all’interno del
gruppo classe (ma non solo!) attraverso l’analisi dei conflitti e cercarne le
soluzioni più adatte. Così facendo si evitano gli interventi autoritari da
parte dell’insegnante che, essendo appunto alla pari dei suoi allievi, riesce a
comprenderli e li “esercita” al problem solving.
Sicuramente il circle time non è
lo strumento assoluto della risoluzione delle conflittualità all’interno di un
gruppo, ma certamente ne è un valido deterrente!