3 Giugno 2023

La didattica laboratoriale: una nuova forma mentis di sapere e conoscenza.

Flavia Oliverio

tempo di lettura: 2 min

Foto di Andrzej Rembowski da Pixabay
Dal latino <<laboratorium>>, derivato da <<laborare>> e cioè lavorare.

Il laboratorio non è semplicemente la struttura, il luogo fisico fine a sé stesso dotato di appositi strumenti tecnici dove si studia, si crea o si sperimenta, ma è il luogo dell’esperienza, della collaborazione, dell’esercizio cognitivo.

Capiamo il perché.

Il laboratorio scientifico o clinico, di ricerca o produzione, quello privato o quello statale, è l’ultimo dei concetti che ci interessa approfondire in questo momento.

Poniamo invece l’attenzione sullo scopo del laboratorio inteso come formazione e didattica.

Per comodità (e soprattutto per parte!) utilizzerò il termine didattica per indicare l’insegnamento e la formazione, appunto, che ha il compito di far collimare il soggetto che apprende con l’oggetto dell’apprendimento.

In questo laboratorio così inteso si acquisisce la competenza che è il risultato della pratica, della riflessione e dell’interiorizzazione dell’intero processo di apprendimento.

La didattica laboratoriale assume lo spazio del laboratorio espressamente ai fini di una data produzione sì, ma pensata come situazione di tipo esperienziale, come modalità di conoscenza, di pratica, di esercizio in cui docenti e discenti INSIEME lavorano, ricercano e sperimentano creatività, virtù, emozioni…

È nella didattica laboratoriale che si fondano le basi di una relazione educativa che parte dalla trasmissione della conoscenza alla vera e propria costruzione della conoscenza, della motivazione e della curiosità, della metacognizione, della socializzazione e della condivisione.

La partecipazione attiva all’esperienza formativa e culturale del laboratorio è una metodologia imprescindibile della tradizionale prassi insegnamento/apprendimento e ciò è di fondamentale importanza per:

  • suscitare curiosità e desiderio di sapere che inevitabilmente porta ad avvicinare il soggetto all’apprendimento e all’approfondimento dell’argomento preso in considerazione;

  • privilegiare la COSTRUZIONE della conoscenza e non la sua mera RI-PRODUZIONE;

  • scambio di idee e competenze INTERSOGGETTIVO tra tematiche e attività conosciute e altre meno, e quindi comprendere e acquisire lavorando insieme, ovvero COMUNICAZIONE;

  • riflessione, ragionamento, rappresentazioni multiple della realtà;

  • produrre concretamente qualcosa, che sia l’analisi di un testo o la realizzazione di un manufatto.

Eh già, il fare concretamente (strumento educativo efficacissimo) vuol dire sperimentare operativamente, confrontarsi concettualmente.

Pensare in questo senso il laboratorio diventa uno spazio mentale dove la pratica del fare è il frutto della partecipazione dell’insegnante che ha le competenze e degli allievi che sperimentano e fanno proprie queste ultime.

Quella dei laboratori è l’occasione in cui il processo di apprendimento si personalizza e ognuno è portatore sano di conoscenze e competenze diversificate, dove il sapere non è più trasmesso tramite schiette nozioni ma l’utilizzo di strumenti e nuove tecnologie promuove un’esternalizzazione diversa, non un sapere passivo e recettivo ma stimolante per il ragionamento e la scoperta.


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Flavia Oliverio

Ciao, sono Flavia e mi occupo di comunicazione pubblica e sociale, educazione e politiche giovanili, insegnamento.

Non c'è comunicazione alcuna senza né occhi né anima.

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