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26 Novembre 2022
La Flipped Classroom: un
approccio avanguardista alla formazione.
Flavia Oliverio
tempo di lettura: 3 min
Con il Blending Learning abbiamo
visto come i cambiamenti sociali e tecnologici hanno portato a una
rivisitazione dell’insegnamento e della formazione in generale. Un’evoluzione. Con la Flipped Classroom
assistiamo, invece, ad un radicale cambiamento strutturale. Un vero e proprio
stravolgimento della didattica.
La Flipped Classroom, classe
capovolta o rovesciata o insegnamento capovolto, propone un’inversione della
classica lezione frontale e delle dinamiche ad essa collegate, ovvero lo studio
individuale a casa e le relative verifiche in classe per confermarne gli
apprendimenti.
Attuando la Fipped Classroom, la
lezione viene letteralmente spostata a casa perché è in questo ambiente che le
competenze cognitive base (attenzione, memoria, linguaggio, orientamento) dello
studente possono essere più sollecitate e incentivate, apprendendo attraverso i
materiali digitali e multimediali, seguendo un proprio ritmo (dove, come,
quando studiare), accondiscendendo alle proprie capacità e abilità che verranno
espresse poi in classe. Così facendo si sviluppano anche le competenze
cognitive alte (comprensione, applicazione, valutazione), poiché l’allievo
applica in autonomia quanto appreso a casa per risolvere le consegne date
dall’insegnante.
Lezione e studio individuale,
i due momenti classici e tradizionali della lezione, vengono, appunto,
invertiti:
la lezione viene svolta a casa con l’ausilio di
risorse digitali e in totale autonomia;
lo studio individuale si fa a scuola, dove
l’insegnante veste i panni del tutor a fianco degli studenti.
Praticamente sono 3 le fasi
salienti in cui si divide la Flipped Classroom:
Momento
preparatorio: in questo primo step, di fondamentale importanza è generare
interesse ed emozione, curiosità e desiderio di conoscenza dell’argomento
esposto, perché… Non c’è comunicazione alcuna senza né occhi né anima! Il docente condivide con il gruppo
classe le risorse digitali e assegna loro i compiti da svolgere a casa.
Momento
operativo: lo studio individuale non è fine a sé stesso, ma va comprovato
dalla realizzazione di materiali ed elaborati a dimostrazione di quanto
appreso.
Momento
ristrutturativo e conclusivo: il docente analizza i lavori prodotti e da
qui valuta quale argomento è stato meglio assimilato e quale necessita ancora
di essere trattato e chiarito. È un momento, questo, in cui le attività di
laboratorio e verifica portano naturalmente la classe alla cooperazione e alla
riflessione, al dibattito e al riscontro. E in un ambiente collaborativo, ricco
e stimolante, ci si sente motivati alla costruzione del proprio sapere.
In poche parole, a casa si
acquisiscono le informazioni e a scuola si consolidano insieme al docente e
grazie ad attività laboratoriali che facilitano l’apprendimento.
Il docente non trasmette più solo
nozioni, ma diventa l’accompagnatore che guida gli studenti (autogestitisi
nello studio) nei processi di apprendimento. Questi ultimi, a loro volta,
sentono riconosciute la propria autonomia e responsabilità nel percorso
formativo.
Il principio della Flipped
Classroom porta quindi la lezione come compito a casa e il tempo-classe diventa
una esperienza attiva di collaborazione e confronto.
Jonathan Bergmann e Aaron Sams,
insegnanti statunitensi presso la Woodland Park High School nello stato del
Colorado, sono stati i primi ad applicare il concetto di classe capovolta nel
2007/2008.
Secondo i fautori di questo
metodo, è poco proficuo infondere e comunicare a scuola ciò che già si apprende
a casa, in quanto gli interessi degli allievi nascono al di fuori delle mura
scolastiche e rispondono soprattutto alle esigenze che la società
dell’informazione e di Internet chiedono.
La rivoluzione digitale ha segnato
profondamente il rapporto tra scuola e società e la scuola, di conseguenza,
deve adattarsi ai bisogni dei nativi digitali. Ecco perchè necessita la Flipped
Classroom!