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2 Febbraio 2024
E tu, l'hai letto? Persepolis.
Yelena
Castellino
tempo di lettura: 3 min
Se ti racconto tutto questo, è
perché è importante che tu lo sappia. I ricordi di famiglia non devono
perdersi, anche se non è facile per te, anche se non puoi capire tutto.
E i ricordi di famiglia, Marjane
Satrapi, non li ha persi, anzi, li ha messi tutti insieme, ne ha disegnato un
fumetto e ha raccontato la sua storia, quella della sua famiglia, dei suoi
amici, del suo Paese e degli anni della rivoluzione e della guerra che hanno
insanguinato l’Iran degli anni ‘80.
Un racconto molto intimo, in cui
l’autrice si mette a nudo e ci conduce tra le strade e le case di una Teheran distrutta
dai bombardamenti, ma prima ancora invasa dal terrore e dalla violenza di un
regime politico che ha tolto la libertà ai suoi cittadini, soprattutto alle
donne.
Le stesse donne coraggiose,
assetate di libertà e senso di giustizia che troviamo ancora oggi.
Leggere questo fumetto significa
vedere la storia attraverso gli occhi di una bambina che non si spiega tante
cose, ma che ha la fortuna di nascere in una famiglia benestante che le
garantisce istruzione, libertà di pensiero e opinione e sostegno nelle proprie
scelte.
Questo fumetto è allo stesso tempo
serio e leggero. Fa riflettere e fa sorridere.
Ho sempre pensato che leggere di
un evento della grande storia, scritto da chi l’ha vissuto in prima persona,
sia senza dubbio più coinvolgente della lettura di un manuale.
Marjane in questo è stata
bravissima perché non c’è nessun distacco tra autrice e lettore.
Anzi viene voglia di scoprire come
sono trascorsi i suoi ultimi anni, cosa stia facendo adesso e come sta la sua
famiglia.
Leggere Persepolis è utile per
farsi un’idea della cultura iraniana.
Sapete cosa mi ha colpito di
più di questo libro? Quello che mi porterò dentro?
Due cose.
La prima è la mentalità
maschilista che invade tutti gli ambienti in cui questa bambina cresce.
La donna che deve nascondere il proprio
corpo perché provoca l’uomo; che non si può truccare; che non può indossare
abiti occidentali; che non può mostrare i capelli. Insomma la donna in pubblico
deve essere invisibile.
E a casa? La situazione non
migliora, magari dentro le mura domestiche ha i capelli sciolti, ma viene
educata secondo un rigido schema il cui fine ultimo è il matrimonio e la totale
devozione verso il marito.
Se ci pensiamo bene, a distanza di
quarant’anni non è cambiato nulla, non solo… un’ombra di questa mentalità la
troviamo nel nostro Paese.
Anche se non indossiamo il
velo, noi donne occidentali davvero siamo così libere come pensiamo?
La seconda è l’emarginazione,
tasto forse ancora più dolente, che ha subìto quando è andata a studiare a
Vienna.
Noi europei, visti con gli occhi
di una ragazzina mediorientale, forse non siamo così accoglienti e civilizzati
come crediamo. In molti casi prevalgono pregiudizi e mancanza di empatia, il
non sapere ascoltare chi è diverso e ha bisogno di aiuto.
Non sapersi integrare in un
ambiente che dovrebbe darci conforto perché ci salva dalla realtà da cui
proveniamo è una cosa molto triste e dolorosa, ti fa sentire fuori posto, come
è successo alla protagonista di Persepolis.
Anche in questo caso posso dire
che la cosa non è per nulla cambiata. Pregiudizi, emarginazione e razzismo sono
sempre presenti nella nostra società.
Insomma, credo che i messaggi che
ci lascia questo libro purtroppo saranno attuali ancora per tanto tempo.
E non si tratta solo di confini
geografici.
Quante ragazzine e quante donne
possono ritrovarcisi leggendolo?
E tu, l’hai letto?
Curiosità: ho scoperto l’esistenza
di questa autrice in un’aula universitaria, mentre si parlava della morte della
giovane Mahsa Amini e di tutte le proteste che ci sono diffuse su scala
mondiale. Lo slogan urlato in queste manifestazioni è Donna Vita Libertà.
Diventerà anche il titolo del
fumetto che Marjane Satrapi ha scritto sulla morte della ragazza.