8 Luglio 2023

L’imperfezione: il mito di Pigmalione e Galatea in chiave moderna.

Yelena Castellino

tempo di lettura: 3 min

Image by Peggy und Marco Lachmann-Anke from Pixabay
Mi presento, sono un re.

Ho tutto quello che un uomo possa desiderare: sono ricco, potente e vivo in una terra bellissima.

Ma non sono felice perché mi manca l’amore. Lo cerco in una donna ma non ne trovo una che vada bene per me. Tutte quelle che ho conosciuto hanno qualcosa che non va e non voglio accontentarmi.

Non voglio una donna arrogante, né infedele, non la voglio curiosa né esigente.

Ancor peggio se parliamo di aspetto fisico: né troppo alta né bassa, né grassa né magra. La voglio bella come una dea.

Passano gli anni ma non credo che ne esista una così. E mi circondo della mia solitudine.

Ma durante un torrido pomeriggio estivo, mentre mi dilettavo con la scultura, passione che mi accompagna da anni, ho deciso di scolpirne una con le sembianze che ho sempre immaginato.

Sì, sono anche un artista.

Scelgo con cura il pezzo d’avorio a cui darò le forme di donna e per giorni studio proporzioni, lineamenti, curve e misure.

Tutto quello che è nella mia mente lentamente prende forma e più scolpisco più sono appagato.

Lavoro così intensamente da perdere la fame e il sonno. La fisso ininterrottamente.

Ad un tratto mi accorgo che è lei. È bellissima. Ha lunghi capelli che cadono su una spalla, il capo leggermente inclinato, un sorriso appena accennato e uno sguardo puro.

Non resisto. Mi avvicino, le sfioro il viso, le cingo i fianchi, chiudo gli occhi e la bacio. Un bacio intenso, eterno e caldo. Anche lei mi abbraccia e le sue guance diventano rosse, le brillano gli occhi e mi dice che aspettava quel bacio da tanto.

Il mio respiro è diventato il suo. È viva e adesso è più bella che mai.

Sono l’uomo più felice del pianeta. Le mie preghiere sono state esaudite.

Ci amiamo intensamente.

Le settimane scorrono veloci, le insegno tutto quello che so, la proteggo e me ne prendo cura.

All’inizio lei dimostra gratitudine e devozione, asseconda tutte le mie decisioni. Ma poi comincia a sfuggirmi, è curiosa per tutto ciò che la circonda. I suoi pensieri sono acuti, gli ingranaggi della sua mente sono molto più complessi di quanto immaginassi.

A volte non riesco a seguirla.

Provo invidia e gelosia perché è bella, perché è mia, ma è meglio di me.

Ho paura che la sua ombra mi oscuri e che nessuno provi più interesse per me, dopotutto io sono il suo re e deve stare un passo dietro di me.

Litighiamo. È diventata come tutte le altre: arrogante, curiosa, ingrata, provocante.

Non mi piace più.

Vorrei prendere lo scalpello con cui l’ho creata per correggere i suoi difetti…

Mi presento, sono l’uomo che ogni donna ha avuto accanto almeno una volta nella vita.

Mi chiamo Pigmalione. E tu?

Mi presento, sono una statua vivente.

Sono stata creata dalle mani di un re.

Mi sono innamorata di lui fin dal mio primo respiro.

Ci amiamo intensamente.

So che mi ha voluta tanto e sono la cosa più bella che potesse desiderare.

Una cosa, appunto. Non una persona.

Perché non mi vede come un essere umano ma come un oggetto animato, non accetta il mio essere, il mio modo di fare, la mia personalità perché va al di fuori di quello che lui ricerca.

Ha paura di stare accanto a una donna forte, si sente sminuito.

Litighiamo. È diventato possessivo e geloso, a volte mi sento soffocare.

Ma lui mi piace ugualmente.

Allora Pigmalione sai che ti dico? Dammi la mano e sincronizziamo i nostri passi, non sentirti da meno, sono una tua pari. Stammi accanto, non essere geloso e non temere di avere una donna bella e intelligente al tuo fianco.

Dopotutto la bellezza non è niente, è solo un’idea.

Mi presento, sono Galatea e ho capito che l’amore perfetto non esiste.

 

Il mito di Pigmalione e Galatea (come tutta la mitologia classica) è senza tempo, pur avendo più di duemila anni.

Qui vi propongo una mia visione in chiave moderna.

 

a-mó-re s. m. Significato: sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia. Etimologia: dal latino amor -ōris, affine ad amare.


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Yelena Castellino

Ciao! Mi chiamo Yelena e sono una storica contemporanea. Ho una grande passione per i libri, l’arte e la danza. Credo nel potere della cultura.

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