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8 Luglio 2023
L’imperfezione: il mito di Pigmalione e Galatea in chiave moderna.
Yelena
Castellino
tempo di lettura: 3 min
Mi
presento, sono un re.
Ho
tutto quello che un uomo possa desiderare: sono ricco, potente e vivo in una
terra bellissima.
Ma
non sono felice perché mi manca l’amore. Lo cerco in una donna ma non ne trovo
una che vada bene per me. Tutte quelle che ho conosciuto hanno qualcosa che non
va e non voglio accontentarmi.
Non
voglio una donna arrogante, né infedele, non la voglio curiosa né esigente.
Ancor
peggio se parliamo di aspetto fisico: né troppo alta né bassa, né grassa né
magra. La voglio bella come una dea.
Passano
gli anni ma non credo che ne esista una così. E mi circondo della mia
solitudine.
Ma
durante un torrido pomeriggio estivo, mentre mi dilettavo con la scultura,
passione che mi accompagna da anni, ho deciso di scolpirne una con le sembianze
che ho sempre immaginato.
Sì,
sono anche un artista.
Scelgo
con cura il pezzo d’avorio a cui darò le forme di donna e per giorni studio
proporzioni, lineamenti, curve e misure.
Tutto
quello che è nella mia mente lentamente prende forma e più scolpisco più sono
appagato.
Lavoro
così intensamente da perdere la fame e il sonno. La fisso ininterrottamente.
Ad
un tratto mi accorgo che è lei. È bellissima. Ha lunghi capelli che cadono su
una spalla, il capo leggermente inclinato, un sorriso appena accennato e uno
sguardo puro.
Non
resisto. Mi avvicino, le sfioro il viso, le cingo i fianchi, chiudo gli occhi e
la bacio. Un bacio intenso, eterno e caldo. Anche lei mi abbraccia e le sue
guance diventano rosse, le brillano gli occhi e mi dice che aspettava quel
bacio da tanto.
Il
mio respiro è diventato il suo. È viva e adesso è più bella che mai.
Sono
l’uomo più felice del pianeta. Le mie preghiere sono state esaudite.
Ci
amiamo intensamente.
Le
settimane scorrono veloci, le insegno tutto quello che so, la proteggo e me ne
prendo cura.
All’inizio
lei dimostra gratitudine e devozione, asseconda tutte le mie decisioni. Ma poi
comincia a sfuggirmi, è curiosa per tutto ciò che la circonda. I suoi pensieri
sono acuti, gli ingranaggi della sua mente sono molto più complessi di quanto
immaginassi.
A
volte non riesco a seguirla.
Provo
invidia e gelosia perché è bella, perché è mia, ma è meglio di me.
Ho
paura che la sua ombra mi oscuri e che nessuno provi più interesse per me,
dopotutto io sono il suo re e deve stare un passo dietro di me.
Litighiamo.
È diventata come tutte le altre: arrogante, curiosa, ingrata, provocante.
Non
mi piace più.
Vorrei
prendere lo scalpello con cui l’ho creata per correggere i suoi difetti…
Mi
presento, sono l’uomo che ogni donna ha avuto accanto almeno una volta nella
vita.
Mi
chiamo Pigmalione. E tu?
Mi
presento, sono una statua vivente.
Sono
stata creata dalle mani di un re.
Mi
sono innamorata di lui fin dal mio primo respiro.
Ci
amiamo intensamente.
So
che mi ha voluta tanto e sono la cosa più bella che potesse desiderare.
Una
cosa, appunto. Non una persona.
Perché
non mi vede come un essere umano ma come un oggetto animato, non accetta il mio
essere, il mio modo di fare, la mia personalità perché va al di fuori di quello
che lui ricerca.
Ha
paura di stare accanto a una donna forte, si sente sminuito.
Litighiamo.
È diventato possessivo e geloso, a volte mi sento soffocare.
Ma
lui mi piace ugualmente.
Allora
Pigmalione sai che ti dico? Dammi la mano e sincronizziamo i nostri passi, non
sentirti da meno, sono una tua pari. Stammi accanto, non essere geloso e non
temere di avere una donna bella e intelligente al tuo fianco.
Dopotutto
la bellezza non è niente, è solo un’idea.
Mi
presento, sono Galatea e ho capito che l’amore perfetto non esiste.
Il
mito di Pigmalione e Galatea (come tutta la mitologia classica) è senza tempo,
pur avendo più di duemila anni.
Qui
vi propongo una mia visione in chiave moderna.
a-mó-re s. m. Significato: sentimento di viva affezione
verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di
ricercarne la compagnia. Etimologia: dal
latino amor -ōris, affine ad amare.