9 Luglio 2022

Effetto Dunning-Kruger: l’arroganza dell’ignoranza!

Marco Moscatelli

tempo di lettura: 3 min

Image by Ryan McGuire from Pixabay
Sì lo comincio così questo articolo perché pur essendo, come direbbero i giovani d'oggi, "severo ma giusto", attorno a questa frase gira l'effetto Dunning-Kruger. L'ignoranza va a braccetto con l'arroganza, mentre la conoscenza è spesso causa di dubbi: ma come è possibile questo fenomeno? Sappiate che sono molto affezionato a questo concetto in quanto il mio mood della vita è un effetto Dunning-Kruger ciclico: quando penso di sapere la spiego, poi mi accorgo che ci sono persone che ne sanno più di me, studio, apprendo, conosco, penso di sapere, spiego ecc. Questa che può sembrare pura follia è, però, per me un modo di tenermi sempre informato, sempre sul pezzo... Ecco forse dovrei togliere la parte in cui spiego così eviterei di dire cavolate ma questo serve per farmi capire che non ne so poi così tante e quindi devo studiare!

Dopo questa digressione non richiesta e non necessaria sulla mia vita forse è il caso di mettere a fuoco gli esperimenti dei due psicologi, l'uno (Dunning) il professore dell'altro (Kruger).

Senza anticipare nulla il problema degli ignoranti, e non inteso come elegantemente esprimono i dizionari "nel senso che ignorano", no no, intendo proprio quelli che non sanno nulla e parlano a sproposito, è più grave del previsto!

Lo studio

Lo studio effettuato dai due psicologi è tanto semplice quanto geniale, ma d'altronde si sa che la semplicità è la base delle cose geniali!

Ho detto semplice, non banale!

La modalità dello svolgimento del test consiste nel selezionare studenti universitari di vario livello e far rispondere loro ad alcune domande di grammatica e logica, due materie che richiedono per forza di cose una certa competenza e conoscenza! L'idea, come vi anticipavo, non suscita interesse da parte di enti prestigiosi, e nemmeno la domanda che posero loro dopo "Come credi di esserti posizionato rispetto agli altri studenti?" potrebbe interessare idee di investimento, ma le risposte degli studenti, ecco forse quelle sì!

L'autovalutazione negli studenti incompetenti, cioè quelli che avevano ottenuto meno al punteggio del test, cioè quelli con meno conoscenza, era risultata molto superiore rispetto alla media, cioè fatemi dire questi incompetenti pensavano di essersi posizionati sopra la media generale, cioè erano convinti di aver risposto correttamente a molte domande! Prima regola del fight club: non si parla del fight club! Tradotto in psicologese dallo psicologo Adam Grant: "la prima regola del club Dunning-Kruger è che nessuno sa di essere un membro del club." Fidatevi, questo è il meno dei mali!

Dall'altra parte, le persone intelligenti, quelle che hanno risposto con un punteggio alto, quelle che ne sanno, quando è stato chiesto loro di autovalutarsi, hanno pensato bene di autovalutarsi al di sotto dell'effettivo risultato del test! E anche qui fidatevi che non è il minore dei mali! Purtroppo! L'idea di queste persone competenti è pensare che anche gli altri siano al loro livello, sì anche gli ignoranti, e quindi vedono il test non così difficile, ma alla portata di tutti con la drastica conclusione che anche gli ignoranti posseggono le loro qualità e che quindi avranno fatto un buon lavoro nel test! Russel, con uno dei suoi paradossi aveva già esposto la questione "Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono molto sicuri, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi."

Dopo qualche settimana gli studenti furono richiamati per valutare le risposte date da loro compagni, cioè è stato chiesto loro di visionare e correggere le risposte dei loro colleghi. Inutile dire che le persone intelligenti erano in grado ed erano molto più abili nel valutare le abilità dei loro compagni rispetto alle persone incompetenti. Questo genera una conclusione:gli incompetenti, non essendo in grado di valutare le risposte degli altri, non sono in grado di utilizzare il confronto per migliorarsi ed apprendere qualcosa! Ecco qual è la cosa davvero grave secondo me: gli incompetenti non acquisiscono consapevolezza dall’osservazione del comportamento degli altri. Al contrario, gli studenti più bravi, dopo aver visionato i test di gente meno brava, aumentano la propria autovalutazione prendendo coscienza dal confronto! Grazie a Dio una gioia! Forse!

Ricapitolando Dunning e Kruger giunsero alla conclusione che negli incompetenti l'errore sta nel sopravvalutarsi, cioè nell'avere un'elevata valutazione di se stessi, mentre nelle persone intelligenti è avere una soprastimata valutazione degli altri!

Come si ribalta questo nella vita reale? Di fronte a una nuova sfida le persone incompetenti tendono a vedersi adatte, mentre quelle intelligenti, risultano insicure e dubbiose ma non per una mancanza di capacità o conoscenza ma semplicemente perchè tendono a sopravvalutare sia la sfida che le persone che collaborano con loro!

Finalmente arriva la nota positiva, quella che mi fa sorridere e mi riappacifica, seppur per poco tempo, al mondo: la formazione come unica via d'uscita. Gli studenti sono stati sottoposti ad una veloce lezione informandoli sulle risposte corrette e tutti gli studenti hanno migliorato non solo la loro conoscenza ma anche il modo di autovalutarsi rispetto agli altri. E questo genera il paradosso di Jefferson: "Colui che sa di più, più sa quanto poco sa" cioè la formazione rende un pochino più consapevoli le persone di quanto poco sanno... Ed ecco che ritorniamo al mio modo di vivere descritto poco fa, in loop!

Questo è il grafico di Dunning-Kruger che riassume graficamente tutto quello detto finora:


Quello che mi sento di aggiungere è una sorta di "porta del teletrasporto" collocata più o meno verso destra, dove c'è il punto più a destra del grafico che appena tocco l'ultimo punto mi riporta al "monte della stupidità" (il primo picco) per rispetto della conoscenza, per vederci piccoli rispetto alla conoscenza, per farci capire che c'è sempre da imparare e di imparare, per dare ragione a Jefferson e infine perchè studiare non è tutto ma per me è tutto -1.

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Marco Moscatelli

Ciao, mi chiamo Marco e mi occupo di analisi dati. Mi piace applicare leggi matematiche a casi reali e in generale alla vita.

La matematica è l'insieme delle convenzioni che spiega tutto ciò che ci circonda.

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