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1 Ottobre 2022
La matematica applicata alla
vita quotidiana: la proprietà invariantiva.
Marco Moscatelli
tempo di lettura: 2 min
Nella mia breve, ma comunque
significativa, esperienza da garzone in un minimarket sotto casa ho imparato un
sacco di cose, una delle quali è stata applicare le mie conoscenze matematiche alla
vita reale, che erano pochissime perché parliamo di quando avevo 18 anni o poco
più.
Come può un ragazzo di quell’età, che
sistema il latte, le uova, i legumi ecc, applicare la matematica delle medie e
superiori in un minimarket?
Fare lo scaffalista per un
matematico è necessariamente una sfida, ma anche un modo di impegnare il
cervello in modo originale cercando di prevedere il risultato.
Ad esempio, in uno spazio delimitato
di cui non si conosce a priori la superficie, quanti cartoni di latte ci
stanno? Quanti ne avanzano? Qual è il modo migliore di disporli per avere più
bottiglie disposte e meno in cella?
Per risolvere il problema si prova
a calcolare la superficie e la si divide per la superficie occupata dai cartoni
del latte.
Ad esempio: la superficie a
disposizione è di circa 0,3 mq (sempre a spanne eh), se i cartoni del latte
hanno superficie circa 100 cmq (mq e cmq sono rispettivamente metri quadrati e
centimetri quadrati), quanti cartoni ci stanno?
Allora, punto primo abbiamo un
problema con le unità si misura e dobbiamo riportare tutto ad una sola misura,
ad esempio tutto in cmq quindi 0,3 mq sono 3000 cmq, poi facciamo 3000/100 che
fa 30, quindi 30 cartoni di latte!
Passando così alle uova, ai legumi
e quant'altro...
In questi semplici passaggi c'è:
stima delle misure delle superfici
(per niente banale)
trasformazioni in unità di misura
paragonabili (banale ma non banalissimo)
divisione (che ho reso semplice
grazie alle stime fatte a spanne)
confronto della previsione con il
risultato (che si avvicinava spesso a quello che prevedevo)
Se ci pensate bene, questo è il
processo di analisi dei dati con stime, tecnologie e modelli più avanzati,
parliamo di data analysis, machine learning, deep learning, ma la logica non
cambia!
Quello che mi urtava era che se fossero
avanzate 3 o 4 bottiglie, sarebbe arrivato il capo a dirmi: <<Ma sì
mettile sopra!>>, mandando a benedire tutti i miei calcoli... E se ci
pensate bene, senza necessariamente fare polemica, anzi sì, facendo polemiche,
è un po' quello che succede nella vita reale.
Tornando alla divisione 3000/100,
che fa ancora 30 eh, come abbiamo fatto a risolverla senza calcolatrice? Vi
aiuto: abbiamo tolto due zeri a 3000 e due zeri a 100 ed è rimasto 30/1 che fa
30.
Questo è l'effetto della proprietà
invariantiva per la divisione che afferma che:
moltiplicando o dividendo per
uno stesso numero, sia dividendo che divisore, il risultato non cambia.
Togliere due zeri a 3000 e a 100 vuol dire dividere per 100 sia 3000 che 100
ottenendo 30/1 che fa 30.
La proprietà invariantiva si può
applicare solo alla divisione e alla sottrazione. E proprio il caso della
sottrazione, secondo me, ha maggiore interesse e curiosità. E l’ho imparato
sulla mia pelle quando da scaffalista sono diventato cassiere per la mia
predisposizione ai numeri; in realtà avrei preferito di gran lunga restare scaffalista
perché così avrei potuto impegnare il cervello molto di più. Poi, però, ho
trovato applicazioni matematiche anche alla cassa. Lavorando alla cassa, il
cervello si spegne, perché la cassa ti dice gentilmente il totale della spesa,
tu inserisci quanto il cliente ti pone e magicamente (fa una sottrazione eh,
nulla di che: soldi dati - soldi spesi) ti restituisce il resto da dare al
cliente.
Quando, poi, ho scoperto che
potevo inserire direttamente il valore della spesa come soldi del cliente in
modo da farmi il calcolo del resto a mente, cioè: spesa 4.500, il cliente mi
dava 10.000, ma io battevo 4500 e calcolavo 5500 a mente e glieli davo (Non è
un errore, c'erano ancora le lire :-). Tutto liscio finché non è arrivato un
signore che avrebbe dovuto pagare 5.600 lire, me ne ha date 10.000 e poi ha tirato
fuori 600 lire in moneta... io avevo già pigiato sulla tastiera 5.600 lire e
avevo già preparato il resto di 4.400 lire tra me e me mi chiedevo perché
volesse darmi 600 lire in più... Gli ho detto gentilmente che le sue 600 lire
se le poteva tenere e che il resto di 4.400 era già pronto. Ma lui non ne era
felicissimo e mi ha detto: <<Comunque se avessi accettato le mie 600 lire
avresti evitato di darmi 4 banconote da 1.000 e della moneta, ma avresti potuto
darmi una sola banconota da 5.000!>>. Io l’ho guardato un po' sorpreso e
gli ho detto: <<Facciamo così, lei si prende il resto così chiudiamo
questa transazione, poi mi dà le 4.400 + le sue 600 lire e io gliele cambio,
che ne dice?>>.
<<Figliolo>>, mi ha
risposto, <<è la stessa cosa!>>.
E se ne è andato con il suo resto
senza fare il cambio!
E aveva ragione lui! Ma cosa stava
facendo di preciso? Applicando la proprietà invariantiva per la sottrazione! Eh
già! Che stupido, come avevo fatto a non pensarci?! E funzionava! Funzionava
sempre! E non poteva essere diversamente da così, perché la matematica non sbaglia
mai.
Così ho cominciato anche io a
chiedere soldi in più per fare in modo che il resto fosse un numero intero. La
proprietà invariantiva, una cosa che apparentemente non serve a nulla, ma che
trova applicazioni non solo al supermercato ma anche in altri ambiti!
Da oggi, al supermercato, se vi
chiedono dei soldi in più tranquilli, non vi stanno derubando, ma stanno
applicando, forse senza saperlo, proprio la proprietà invariantiva.
Va beh ho capito, pagate con il
bancomat ...
P.S. Don't try this at home with
sum or multiplication! Non provatelo a casa con somma e moltiplicazione!