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25 Dicembre 2021
Contratto in 3D. L'oggetto, una scelta precisa?
Irene Procopio
tempo di lettura: 3 min
Che si tratti di un accordo commerciale,
di un finanziamento o di un incarico professionale, un contratto è sempre il
risultato di una scelta. Il punto chiave è capire per cosa ci stiamo impegnando
e se, applicando uno stile diverso, potremmo ottenere un miglior risultato.
L’oggetto è un requisito
essenziale del contratto a pena di nullità.
La prestazione è il
comportamento che deve tenere il debitore per soddisfare l'interesse del
creditore.
La nozione di oggetto del
contratto è ancora oggi un tema dibattuto sia nella dottrina che nella
giurisprudenza, con la conseguenza che non è possibile definirlo secondo canoni
precisi e bisogna valutarlo nella sua funzione all’interno del contratto
stesso.
Può essere identificato, infatti,
sia nel bene oggetto della prestazione contrattuale, sia nella prestazione
stessa e, secondo un’altra teoria minoritaria, anche nel contenuto del contratto
nel suo insieme.
Perché è importante
identificarlo?
Praticamente l’oggetto del
contratto è ciò che le parti si impegnano a fare, consegnare, trasferire,
distribuire, sponsorizzare, rappresentare, o custodire ecc.
La normativa non offre una
definizione precisa, ma esplicitamente (Art. 1456 c.c.) indica quali
caratteristiche deve possedere l’oggetto perché il contratto non sia ritenuto
nullo.
L’oggetto del contratto deve
essere:
possibile, ovvero realizzabile
sia materialmente che giuridicamente;
lecito, ovvero non contrario
a norme imperative, all’ordine pubblico e al buon costume;
determinato o determinabile, ovvero
che sussistano sufficienti elementi per identificarlo al momento della stipula
o comunque prima della scadenza del contratto o di una eventuale altra
condizione.
Una scelta precisa?
Mentre i primi due requisiti sono
chiari e consentono una misurazione attraverso indicatori precisi (in particolare
rispetto all’impossibilità dell’oggetto, sono previste disposizioni specifiche)
il terzo requisito lascia un ampio margine di manovra.
Immaginiamo allora di trovarci di
fronte ad una proposta di collaborazione commerciale e di dover valutare i
documenti ricevuti e i loro contenuto.
Ipotizziamo in un caso di ricevere
un accordo semplice che racchiude in poche pagine il contenuto della partnership,
mentre in un altro caso ipotizziamo di ricevere una proposta più strutturata
che comprende, oltre all’accordo di poche pagine, altri documenti a cui il
contratto rimanda espressamente.
Nel primo caso, all’interno delle poche pagine dovremmo ritrovare o l’oggetto del contratto o gli elementi utili per determinarlo.
Nel secondo caso la situazione si complica e oltre che nell’accordo di poche
pagine, l’oggetto potrà essere determinato o determinabile anche dagli altri
documenti ricevuti e ai quali il contratto rimanda espressamente.
Nella prima ipotesi, se è vero
che il contratto risulta breve, è vero anche che deve adeguatamente regolare i
rapporti tra le parti e che, date le poche pagine, lo stile di redazione e il
linguaggio risultano essenziali affinché il contraente generico si senta
sufficientemente rassicurato rispetto ad eventuali dubbi.
Nella seconda ipotesi invece, in
base allo stile di redazione e al linguaggio scelti dal proponente, la proposta
potrebbe risultare, anche con i dovuti chiarimenti: o troppo complessa, o accettabile,
o comunque inaccettabile.
Per una valutazione il più
possibile oggettiva di entrambe le ipotesi, immedesimandoci nel contraente
generico, dobbiamo fare lo sforzo di concentrarci non tanto sulla complessità
della struttura contrattuale, quanto sull’efficacia della formula scelta
rispetto allo scopo del contratto.
Indeterminato aggettivo – Non
determinato: di cosa che non sia stata precisata, definita con esattezza,di
quantità di cui non è certo e noto il valore, di cosa astratta i cui caratteri
non siano ben definiti e precisi.
Novità sostantivo – La
condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto, concepito o
conosciuto per la prima volta, o di presentarsi in modo diverso da quello noto
o usuale, e perciò anche, spesso, con aspetto o con carattere originale,
insolito, oppure strano, singolare.