25 Dicembre 2021

Contratto in 3D. L'oggetto, una scelta precisa?

Irene Procopio

tempo di lettura: 3 min

Foto di Arek Socha da Pixabay
Che si tratti di un accordo commerciale, di un finanziamento o di un incarico professionale, un contratto è sempre il risultato di una scelta. Il punto chiave è capire per cosa ci stiamo impegnando e se, applicando uno stile diverso, potremmo ottenere un miglior risultato.

L’oggetto è un requisito essenziale del contratto a pena di nullità.

La prestazione è il comportamento che deve tenere il debitore per soddisfare l'interesse del creditore.

La nozione di oggetto del contratto è ancora oggi un tema dibattuto sia nella dottrina che nella giurisprudenza, con la conseguenza che non è possibile definirlo secondo canoni precisi e bisogna valutarlo nella sua funzione all’interno del contratto stesso.

Può essere identificato, infatti, sia nel bene oggetto della prestazione contrattuale, sia nella prestazione stessa e, secondo un’altra teoria minoritaria, anche nel contenuto del contratto nel suo insieme.

Perché è importante identificarlo?

Praticamente l’oggetto del contratto è ciò che le parti si impegnano a fare, consegnare, trasferire, distribuire, sponsorizzare, rappresentare, o custodire ecc.

La normativa non offre una definizione precisa, ma esplicitamente (Art. 1456 c.c.) indica quali caratteristiche deve possedere l’oggetto perché il contratto non sia ritenuto nullo.

L’oggetto del contratto deve essere:

  • possibile, ovvero realizzabile sia materialmente che giuridicamente;

  • lecito, ovvero non contrario a norme imperative, all’ordine pubblico e al buon costume;

  • determinato o determinabile, ovvero che sussistano sufficienti elementi per identificarlo al momento della stipula o comunque prima della scadenza del contratto o di una eventuale altra condizione.

Una scelta precisa?

Mentre i primi due requisiti sono chiari e consentono una misurazione attraverso indicatori precisi (in particolare rispetto all’impossibilità dell’oggetto, sono previste disposizioni specifiche) il terzo requisito lascia un ampio margine di manovra.

Immaginiamo allora di trovarci di fronte ad una proposta di collaborazione commerciale e di dover valutare i documenti ricevuti e i loro contenuto.

Ipotizziamo in un caso di ricevere un accordo semplice che racchiude in poche pagine il contenuto della partnership, mentre in un altro caso ipotizziamo di ricevere una proposta più strutturata che comprende, oltre all’accordo di poche pagine, altri documenti a cui il contratto rimanda espressamente.

Nel primo caso, all’interno delle poche pagine dovremmo ritrovare o l’oggetto del contratto o gli elementi utili per determinarlo. Nel secondo caso la situazione si complica e oltre che nell’accordo di poche pagine, l’oggetto potrà essere determinato o determinabile anche dagli altri documenti ricevuti e ai quali il contratto rimanda espressamente.

Nella prima ipotesi, se è vero che il contratto risulta breve, è vero anche che deve adeguatamente regolare i rapporti tra le parti e che, date le poche pagine, lo stile di redazione e il linguaggio risultano essenziali affinché il contraente generico si senta sufficientemente rassicurato rispetto ad eventuali dubbi.

Nella seconda ipotesi invece, in base allo stile di redazione e al linguaggio scelti dal proponente, la proposta potrebbe risultare, anche con i dovuti chiarimenti: o troppo complessa, o accettabile, o comunque inaccettabile.

Per una valutazione il più possibile oggettiva di entrambe le ipotesi, immedesimandoci nel contraente generico, dobbiamo fare lo sforzo di concentrarci non tanto sulla complessità della struttura contrattuale, quanto sull’efficacia della formula scelta rispetto allo scopo del contratto.

Indeterminato aggettivo – Non determinato: di cosa che non sia stata precisata, definita con esattezza,di quantità di cui non è certo e noto il valore, di cosa astratta i cui caratteri non siano ben definiti e precisi.

Novità sostantivo – La condizione o la qualità di essere nuovo, di essere cioè fatto, concepito o conosciuto per la prima volta, o di presentarsi in modo diverso da quello noto o usuale, e perciò anche, spesso, con aspetto o con carattere originale, insolito, oppure strano, singolare.

Date retta ai giuristi.

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Irene Procopio

Ciao, sono una Giurista e mi occupo di strategie di governo e gestione d'impresa.

L'obiettivo è impossibile solo se manca un piano. Date retta ai giuristi.

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