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15 Novembre 2025
Informatica e diritto: una
questione di linguaggio.
Irene Procopio
tempo di lettura: 3 min
Parlando di informatica non si può fare a meno di pensare
alla complessità delle formule matematiche, dei calcoli e dei dati. Certo,
tutto vero.
Quello a cui spesso non si pensa, però, è che l’informatica
è prima di tutto linguaggio. Dal linguaggio macchina a quello umano, perché comunicare
con il dispositivo è fondamentale.
Proprio come in un’interazione tra uomini o tra animali,
abbiamo bisogno di trasferire le informazioni alla macchina affinché questa sia
in grado di processare il tutto e ridarci un feedback.
Non è così semplice, però, infatti il sistema informatico è
un sistema complesso di comunicazione. Proviamo a semplificare.
Il processo di comunicazione in senso tecnico si compone di:
-
la fonte emittente
-
il messaggio o contenuto della comunicazione
-
la codifica
-
il canale di trasmissione
-
il ricevente
-
la decodifica
-
il feedback
-
le perturbazioni e i disturbi
Quindi, nel momento in cui usiamo il dispositivo per fare tutta
una serie di attività, dal consultare il conto in banca a navigare in internet,
comunichiamo con il dispositivo. Chiaramente lo facciamo in modo tale che la
macchina possa comprendere: clickiamo, compiliamo il form, digitiamo l’indirizzo
web, scrolliamo, scarichiamo file e ne salviamo altri.
Perché tutto ciò avvenga è necessario l’intervento di un
programmatore che metta la macchina nelle condizioni di ricevere i nostri
comandi ed essere in grado poi di eseguirli. Tutta comunicazione.
I linguaggi di programmazione sono strumenti per comunicare
istruzioni ai computer.
Noi la fonte emittente, digitiamo l’indirizzo che altro non
è se non il messaggio codificato nella barra degli indirizzi del browser, che a
sua volta è il canale di trasmissione, e il dispositivo, il ricevente, decodifica
il messaggio attraverso il DNS che a sua volta dice alla macchina quale pagina
web è associata a quell’indirizzo e cominciamo a navigare, il feedback.
Abbiamo navigato in internet.
Ora, immagino possa sembrare difficile, ma proviamo a traslare
i soliti concetti nel diritto.
Noi la fonte emittente, acquistiamo in un negozio che altro
non è se non il messaggio che codifichiamo per la commessa mettendo i capi sul
bancone, che a sua volta è il canale di trasmissione, e la commessa, il
ricevente, decodifica il messaggio e digita la cifra in cassa, avvertendoci del
totale da pagare, il feedback; a questo punto paghiamo e via avanti così.
Abbiamo effettuato una compravendita.
Per quanto il diritto sia complessità, allo stesso tempo è
anche ius comune perché il diritto nasce dalla società. Siamo soliti a pensare
che il diritto siano complessi codici e leggi indecifrabili scritte il legalese
antico, ma il diritto è prima di tutto comunicazione.
Certo, il linguaggio di un giurista non è dialettale ma è
comunque linguaggio.
La macchina comprende il linguaggio di programmazione, tanto
quanto il cittadino comprende lo ius comune. Facciamo la fila alla posta, obliteriamo
il biglietto sul tram e paghiamo per i nostri acquisti. Il diritto è
soprattutto questo, interazione.
Basta ricordare che l’unico elemento veramente essenziale
per una comunicazione efficace è il codice condiviso, un linguaggio che tutti gli
interlocutori possano comprendere.
L’informatica non è un’invenzione, ma una scoperta, proprio
come il diritto.