Questo sito web utilizza i cookies per garantire all'utente la migliore esperienza possibile quando visita il sito web. L'utente è invitato a prendere visione della Privacy Policy per maggiori informazioni in merito. Facendo clic su "Accetto", l'utente accetta l'uso dei cookies non essenziali
IgnoraAccetto
4 Settembre 2021
Know
How e competenze. Aspetti giuridici del segreto.
Irene Procopio
tempo di lettura: 5 min
Al tempo della
rivoluzione digitale, appunti, disegni, perfino suoni, codici e i loro autori
possono essere archiviati e tracciati. I moderni professionisti si confrontano
con un contesto innovativo che stimola la creatività e per molti di loro una
buona idea potrebbe trasformarsi in una fortuna da proteggere e su cui investire. Attraverso l’applicazione del diritto commerciale
e della proprietà industriale e seppur con le dovute precisazioni e accorgimenti, è possibile tutelare il know how e le competenze.
Una premessa
importante riguarda la terminologia. Partiamo dal Know How.
Know-How, letteralmente «sai come».
La dottrina giuridica
lo definisce come
Un patrimonio
di conoscenze tecniche e pratiche ...
Per la sua
complessità, potrebbe sembrare una definizione generica di un professionista e
del suo talento. La definizione dottrinale, in realtà, risponde alla duplice esigenza di evitare di: sminuire o trascurare uno o più elementi del know how, tanto tecnici quanto
pratici; o sminuire la portata di applicazione delle norme per la troppa specificità dei termini. Allora bisogna valutare anche l’insieme di
conoscenze e competenze da cui è composto nell'ottica di un patrimonio del detentore. Se
fosse una banale copiatura del passato o un’intuizione di tutti finiremmo
per tutelare vecchi modelli e a confonderli con le novità e con l’innovazione di oggi.
... connotate da
requisiti di segretezza e originalità.
Continua infatti la definizione dottrinale per aggiungere due requisiti
necessari e che possono fungere anche da parametro per il comportamento da tenere
quando si ha una buona idea che è bene resti segreta e che sia valutata anche
per l’originalità. Il rimando al segreto, poi, consente di includere il know
how nell’insieme di elementi che formano la proprietà industriale dell’impresa
o quella intellettuale del professionista.
L'espressione proprietà industriale comprende
marchi ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni
di origine, disegni e modelli, invenzioni, modelli di utilità,
topografie dei prodotti a semiconduttori, segreti commerciali e nuove
varietà vegetali. Art. 1 del Codice della Proprietà Industriale (CPI).
Costituiscono oggetto di
tutela i segreti commerciali. Per segreti commerciali si intendono le
informazioni aziendali e le esperienze tecnico-industriali, comprese quelle
commerciali … Art.98 (CPI).
Continuando
nella definizione del know how bisogna entrare nella sua parte
imprenditoriale e, per come prescritto dal codice, valutarla anche in chiave
economica. Non tutte le conoscenze sono buone o così
valide da essere tutelate o da meritare un investimento.
Il know how consente, infatti, al suo detentore di
avere un vantaggio concorrenziale in un determinato contesto economico.
È
quindi preferibile procedere ad uno studio di fattibilità o altre analisi
economiche che ne attestino il valore nel contesto di mercato. Uno studio di fattibilità e altri documenti descrittivi agevolerebbero
il confronto, consentendo al detentore di rafforzare la sua posizione in
un’ipotesi difficoltosa o di svantaggio contrattuale.
Proprio per la sua
intangibilità, affinché il know how sia tutelato è necessario che le conoscenze
tecniche e pratiche siano
non brevettate o comunque
inidonee ad essere brevettate.
Proprio quest’ultima parte della definizione
ci consente di comprendere un altro requisito importante dell'innovazione: la novità. Per sua
propria caratteristica, appunto di novità, un’innovazione non può essere nuova per
un tempo illimitato e soprattutto dovrebbe, in seguito ad un sufficiente lasso
di tempo, svilupparsi oltre il suo know how. Questa temporaneità automaticamente si
trasferisce anche sulla tutela che, appunto, non si sostituisce a strumenti
giuridici più forti come il brevetto. A differenza del brevetto, la tutela del know how dura solo fino a che questo non acquisti i requisiti necessari per
essere brevettato.
Un caso
particolare è quello del Ricercatore, una serie di disposizioni normative
disciplinano la materia e la rendono speciale in considerazione del fatto che
il Dottorato di Ricerca è promosso da un Ente di formazione statale, es.
l’Università. Il carattere amministrativo dell'Ente richiede una specifica alla normativa sul diritto d'invenzione.
Secondo l'art. 65 CPI quando il
rapporto intercorre con un Ente avente tra i suoi scopi istituzionali finalità
di ricerca, il ricercatore è titolare esclusivo dei diritti derivanti
dall’invenzione brevettuale di cui è autore. In caso di più autori …
appartengono a tutti in parti uguali, salvo diversa pattuizione.
Un’eccezione
alla regola è il caso di ricerche finanziate, in tutto o in parte, da soggetti
privati o realizzate nell’ambito di progetti di finanziamento pubblico. In
quest’ultimo caso il ricercatore concorrerà alla contitolarità dei diritti
d’invenzione insieme agli altri soggetti ammessi al progetto.
Ma non temete, l’Ufficio Brevetti dell’Ente sarà in grado di risolvere
qualunque conflitto o dubbio possa nascere e redigere un accordo di
contitolarità dei diritti di tutti i coinvolti.
Lo sviluppo dell'open innovation apre per il mondo delle ricerca nuove prospettive e nuovi scenari, che avvicinano il mondo privato e quello pubblico attraverso l'innovazione. In generale, l'ottica open favorisce l'interazione di tanti soggetti e a più livelli e facilita il trasferimento tecnologico e di competenze. Lo stesso può dirsi del know how. L'approccio open consente maggiore accessibilità alle conoscenze e tecniche, in vista di un obiettivo comune di ottimizzazione e progresso.
Per una corretta applicazione
delle norme è importante una valutazione del know how e del contesto in cui opera. Le
strategie di tutela, per essere efficaci ed efficienti,
devono tener conto delle potenzialità anche tecniche e di business e inserirle in
un contesto più ampio di strategia d’impresa e di tutela a lungo termine.