4 Settembre 2021

Know How e competenze. Aspetti giuridici del segreto.

Irene Procopio

tempo di lettura: 5 min

Photo by krakenimages on Unsplash
Al tempo della rivoluzione digitale, appunti, disegni, perfino suoni, codici e i loro autori possono essere archiviati e tracciati. I moderni professionisti si confrontano con un contesto innovativo che stimola la creatività e per molti di loro una buona idea potrebbe trasformarsi in una fortuna da proteggere e su cui investire. Attraverso l’applicazione del diritto commerciale e della proprietà industriale e seppur con le dovute precisazioni e accorgimenti, è possibile tutelare il know how e le competenze.

Una premessa importante riguarda la terminologia. Partiamo dal Know How.

Know-How, letteralmente «sai come».

La dottrina giuridica lo definisce come

Un patrimonio di conoscenze tecniche e pratiche ...

Per la sua complessità, potrebbe sembrare una definizione generica di un professionista e del suo talento. La definizione dottrinale, in realtà, risponde alla duplice esigenza di evitare di: sminuire o trascurare uno o più elementi del know how, tanto tecnici quanto pratici; o sminuire la portata di applicazione delle norme per la troppa specificità dei termini. Allora bisogna valutare anche l’insieme di conoscenze e competenze da cui è composto nell'ottica di un patrimonio del detentore. Se fosse una banale copiatura del passato o un’intuizione di tutti finiremmo per tutelare vecchi modelli e a confonderli con le novità e con l’innovazione di oggi.

... connotate da requisiti di segretezza e originalità.

Continua infatti la definizione dottrinale per aggiungere due requisiti necessari e che possono fungere anche da parametro per il comportamento da tenere quando si ha una buona idea che è bene resti segreta e che sia valutata anche per l’originalità. Il rimando al segreto, poi, consente di includere il know how nell’insieme di elementi che formano la proprietà industriale dell’impresa o quella intellettuale del professionista.

L'espressione proprietà industriale comprende marchi ed altri segni distintivi, indicazioni geografiche, denominazioni di origine, disegni e modelli, invenzioni, modelli di utilità, topografie dei prodotti a semiconduttori, segreti commerciali e nuove varietà vegetali. Art. 1 del Codice della Proprietà Industriale (CPI).

Costituiscono oggetto di tutela i segreti commerciali. Per segreti commerciali si intendono le informazioni aziendali e le esperienze tecnico-industriali, comprese quelle commerciali … Art.98 (CPI).

Continuando nella definizione del know how bisogna entrare nella sua parte imprenditoriale e, per come prescritto dal codice, valutarla anche in chiave economica. Non tutte le conoscenze sono buone o così valide da essere tutelate o da meritare un investimento.

Il know how consente, infatti, al suo detentore di avere un vantaggio concorrenziale in un determinato contesto economico.

È quindi preferibile procedere ad uno studio di fattibilità o altre analisi economiche che ne attestino il valore nel contesto di mercato. Uno studio di fattibilità e altri documenti descrittivi agevolerebbero il confronto, consentendo al detentore di rafforzare la sua posizione in un’ipotesi difficoltosa o di svantaggio contrattuale.

Proprio per la sua intangibilità, affinché il know how sia tutelato è necessario che le conoscenze tecniche e pratiche siano

non brevettate o comunque inidonee ad essere brevettate.

Proprio quest’ultima parte della definizione ci consente di comprendere un altro requisito importante dell'innovazione: la novità. Per sua propria caratteristica, appunto di novità, un’innovazione non può essere nuova per un tempo illimitato e soprattutto dovrebbe, in seguito ad un sufficiente lasso di tempo, svilupparsi oltre il suo know how. Questa temporaneità automaticamente si trasferisce anche sulla tutela che, appunto, non si sostituisce a strumenti giuridici più forti come il brevetto. A differenza del brevetto, la tutela del know how dura solo fino a che questo non acquisti i requisiti necessari per essere brevettato.

Un caso particolare è quello del Ricercatore, una serie di disposizioni normative disciplinano la materia e la rendono speciale in considerazione del fatto che il Dottorato di Ricerca è promosso da un Ente di formazione statale, es. l’Università. Il carattere amministrativo dell'Ente richiede una specifica alla normativa sul diritto d'invenzione.

Secondo l'art. 65 CPI quando il rapporto intercorre con un Ente avente tra i suoi scopi istituzionali finalità di ricerca, il ricercatore è titolare esclusivo dei diritti derivanti dall’invenzione brevettuale di cui è autore. In caso di più autori … appartengono a tutti in parti uguali, salvo diversa pattuizione.

Un’eccezione alla regola è il caso di ricerche finanziate, in tutto o in parte, da soggetti privati o realizzate nell’ambito di progetti di finanziamento pubblico. In quest’ultimo caso il ricercatore concorrerà alla contitolarità dei diritti d’invenzione insieme agli altri soggetti ammessi al progetto. Ma non temete, l’Ufficio Brevetti dell’Ente sarà in grado di risolvere qualunque conflitto o dubbio possa nascere e redigere un accordo di contitolarità dei diritti di tutti i coinvolti.

Lo sviluppo dell'open innovation apre per il mondo delle ricerca nuove prospettive e nuovi scenari, che avvicinano il mondo privato e quello pubblico attraverso l'innovazione. In generale, l'ottica open favorisce l'interazione di tanti soggetti e a più livelli e facilita il trasferimento tecnologico e di competenze. Lo stesso può dirsi del know how. L'approccio open consente maggiore accessibilità alle conoscenze e tecniche, in vista di un obiettivo comune di ottimizzazione e progresso.

Per una corretta applicazione delle norme è importante una valutazione del know how e del contesto in cui opera. Le strategie di tutela, per essere efficaci ed efficienti, devono tener conto delle potenzialità anche tecniche e di business e inserirle in un contesto più ampio di strategia d’impresa e di tutela a lungo termine.

Date retta ai giuristi.

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Irene Procopio

Ciao, sono una Giurista e mi occupo di strategie di governo e gestione d'impresa.

L'obiettivo è impossibile solo se manca un piano. Date retta ai giuristi.

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