7 Giugno 2025

L’IA, le Smart City e il rischio di sorveglianza di massa.

Irene Procopio

tempo di lettura: 4 min

Foto di Richard Duijnstee da Pixabay
Quando parliamo di intelligenza artificiale ci riferiamo inequivocabilmente ad un insieme di tecnologie che consentono ai computer o ad altri dispositivi di eseguire una serie di funzioni avanzate, tra cui la capacità di vedere, comprendere e tradurre il linguaggio parlato e scritto, analizzare i dati, fornire suggerimenti e molto altro.

Per Intelligenza Artificiale (IA) si intende quel settore dell'informatica che studia la possibilità di costruire computer in grado di riprodurre il funzionamento di alcune capacità della mente umana.

Per Machine Learning si intende un sottoinsieme dell'Intelligenza Artificiale (IA) che si occupa di creare sistemi che apprendono o migliorano le performance in base ai dati che utilizzano.

I sistemi di machine learning attualmente in uso possono essere di 3 tipi:

  1. supervised, che prevede i risultati futuri sulla base di dati passati etichettati;

  2. unsupervised, che individua modelli nei dati senza etichette per classificare i risultati futuri;

  3. reinforcement, che utilizza il metodo di prova ed errore per migliorare il processo decisionale nel tempo.

A seconda, quindi, del modello di apprendimento dell’IA sarà possibile per quest’ultima svolgere o meno alcune attività “a titolo discrezionale”; nel senso che nei sistemi supervised di fatto quello che l’IA può fare è limitato a quanto previsto dall’algoritmo, mentre negli altri due sistemi le possibilità dell’IA si dilatano in funzione della necessità che ha portato alla progettazione del sistema stesso.

Facciamo un esempio pratico per capire meglio: la semaforica. Ormai da moltissimi anni la semaforica è gestita attraverso un sistema di IA supervised; quindi, nel momento in cui il semaforo di fronte a me è rosso, ce ne sarà uno all’incrocio alla mia destra verde e quello dei pedoni che attraversano sulla mia strada sarà anche questo verde e così via, tutto in armonia. È, infatti, necessario per la prevenzione degli incidenti stradali che il traffico sia gestito in modo efficace ed efficiente. Esistono, poi, sistemi ancora più avanzati che riescono ad adattare la semaforica in tempo reale grazie ai sensori per il monitoraggio del traffico, ma non sono ancora troppo diffusi, almeno in Italia.

Altro esempio pratico: le macchine a guida autonoma. Le macchine a guida autonoma fanno uso di un sistema di IA reinforcement; quindi, l’algoritmo insegna alle auto cosa fare mediante l’interazione con l’ambiente. Possiamo così immaginare un sistema auto complesso e intelligente che integra sensori, motore, cambio, pedali, sterzo e tutto il resto che gli occorre per funzionare. Si adatta all’ambiente ed è in grado di attivare delle reazioni in funzione dell’allenamento ai dati fatto durante le fasi di test.

Una delle tante proposte di innovazione infrastrutturale riguarda l’utilizzo di sistemi di IA nella sicurezza pubblica. Sostanzialmente si tratta di sistemi che integrano varie tecnologie e dispositivi per il monitoraggio, la raccolta e l’elaborazione dei dati ambientali attraverso sistemi di machine learning unsupervised, le cosiddette Smart City.

Da diversi anni, infatti, si parla di città più sicure ed efficienti grazie al monitoraggio in tempo reale e da remoto di sensori, applicazioni IoT, reti di telecomunicazione e infrastrutture. Un sistema cittadino perfettamente connesso, in cui possono essere tracciati tutti i movimenti e tutti gli individui.

Seppur l’intenzione dei visionari dietro a quest’idea sia ammirevole, non possiamo fare a meno di riflettere sugli impatti che questi sistemi potrebbero avere nel contesto sociale e in quello giuridico.

Chiaramente il primo dubbio sorge rispetto alle implicazioni ed eventuali violazioni della privacy delle persone che sarebbero di fatto esposte ad un monitoraggio e tracciamento continuo dei loro spostamenti, comunicazioni e altro.  Le interconnessioni, poi, tra il diritto alla privacy e la sicurezza pubblica rischierebbero di compromettere per sempre la libera circolazione delle persone che sarebbero sottoposte a continui controlli fino ad arrivare al momento in cui la circolazione stessa dovrà essere regolamentata in modo specifico.

Per chi non fosse avvezzo al diritto, questi concetti potrebbero sembrare contorti e in contraddizione alla legge che vigila sulla sicurezza pubblica; ma in un’ottica di regolamentazione giuridica si dovrebbe necessariamente guardare al bilanciamento e all’equilibrio delle parti: da un lato, lo Stato e dall’altro il privato. Affinché nel sistema ci sia equilibrio, bisogna giuridicamente garantire che lo Stato, quindi la forza pubblica, riesca ad intervenire per ripristinare la sicurezza e al privato che abbia la libertà di circolare e sia protetto da situazioni di pericolo.

Quando parliamo di forza pubblica e di sicurezza per diverse ragioni entriamo in un ambito fortemente dibattuto del diritto. Sembrerebbe, infatti, che secondo le moderne tendenze la sicurezza nazionale non possa scendere in alcun modo a patti con il diritto. Comitati speciali, nuclei speciali, commissioni e autorità sono state istituite per garantire la sicurezza pubblica. Come se fosse un aspetto da regolamentare separatamente dal resto del sistema giuridico. O per ragioni politiche, o per ragioni prettamente tecniche, o per incompetenza il risultato è una regolamentazione frammentaria, disconnessa dal sistema giuridico e demandata alle forza dell’ordine.

Immaginiamo, ora, un sistema che integra l’IA per garantire la sicurezza pubblica. Otterremmo un sistema controllato, vigilato e iperconnesso. In termini giuridici, questo si tradurrebbe in quello che, già anticamente era stato previsto come il pericoloso risultato dell’utilizzo della statistica nella prevenzione dei reati, uno stato di polizia.

Avere delle pecche nella sicurezza con un diritto armonioso e garantista dei diritti fondamentali non ci rende una Paese a rischio. Avere un programma informatico in grado di elaborare dati e informazioni ambientali secondo logiche di intervento tecniche e militari ci rende sorvegliati.

Detto questo, secondo voi questo articolo è stato scritto con l’uso dell’IA?


Per saperne di più sull’utilizzo dell’IA in ambito giuridico leggi anche quest’articolo.


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Irene Procopio

Ciao, sono una Giurista e mi occupo di strategie di governo e gestione d'impresa.

L'obiettivo è impossibile solo se manca un piano. Date retta ai giuristi.

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