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25 Ottobre 2025
La
privacy e i tracker delle app nel dispositivo mobile.
Irene Procopio
tempo di lettura: 3 min
Quando parliamo di privacy, si sa,
non si è mai al sicuro! Come confermato anche dall’ Autorità Garante per la
protezione dei dati personali, il rischio di attacchi informatici non può
essere eliminato del tutto, ma possiamo attuare delle misure di sicurezza utili
a mitigare il rischio, fino anche a minimizzarlo.
Un esempio di queste misure di
sicurezza è il “resoconto privacy delle app”, introdotto per tutti i sistemi
operativi e attivabile dalle impostazioni sulla privacy e sulla sicurezza del
dispositivi mobile.
Perché è importante?
Perché ci consente di tracciare
gli incroci di dati tra le app così da essere in grado di valutare e monitorare
la profilazione per scopi commerciali sui nostri dispositivi mobile.
Per profilazione commerciale si
intende il processo di raccolta e analisi dei dati di clienti e potenziali
clienti per creare profili dettagliati e segmentarli in gruppi omogenei. Questo
permette alle aziende di comprendere meglio le preferenze, i comportamenti e le
esigenze del pubblico, al fine di personalizzare le strategie di marketing,
vendita e assistenza, rendendole più efficaci e redditizie.
Come avviene la profilazione in
senso tecnico?
Attraverso i cookie e i tracker,
ovvero i contenuti traccianti, è possibile associare le preferenze (visite a
siti web e app, ricerche, like, acquisti ecc.) all’indirizzo IP del nostro dispositivo;
infatti, per ogni dispositivo abbiamo una profilazione diversa. Sul nostro mobile
avremo un’esperienza diversa da quella che avremo sul tablet o sul PC. Quindi,
nel momento in cui usiamo un app questa traccerà il nostro comportamento, così
farà anche una seconda app e poi la terza e così via.
La profilazione, però, è
importante sapere che avviene nel momento in cui più app incrociano tra loro i
dati; infatti, quando un app non può incrociare i dati con un’altra questa avrà
dei dati solo parziali rispetto al nostro profilo perché questi riguarderanno
solo il nostro comportamento in quella specifica app.
Tramite le impostazioni sulla
privacy e sulla sicurezza del dispositivi mobile è possibile:
attivare il resoconto privacy
delle app e analizzare i dati;
controllare l’accesso al microfono
e alla fotocamera delle app e disattivarlo per le app per le quali non lo riteniamo
strettamente necessario, ad esempio l’app dell’internet banking, o di Google, o
di Youtube, o della nostra casella di posta elettronica;
controllare l’accesso alla
posizione geografica delle app e disattivarlo per le app per le quali non lo
riteniamo strettamente necessario, perché molti attacchi informatici sono
locali e, tramite l’accesso alla posizione, rischiamo di diventare bersagli;
controllare l’accesso alla galleria
foto delle app e disattivarlo per le app per le quali non lo riteniamo
strettamente necessario, come ad esempio di Youtube o delle Poste;
bloccare i contenuti traccianti (cross-site
tracking) che tracciano la navigazione tra siti web.
Un altro aspetto importante da
considerare riguarda la sicurezza e le specifiche privacy delle singole app.
Come, sicuramente immaginerete, ogni app fa un po’ come gli pare purché nel
perimetro consentito dalle Autorità; quindi, avere cura di considerare come un
app possa invadere la nostra privacy non è solo consigliato ma è anche
fondamentale per un utilizzo sano e consapevole del dispositivo.
Alcune app più di altre invadono
la nostra privacy, quasi sempre per fornirci il servizio per il quale le
scarichiamo e allora sta a noi valutare se quest’invasione vale la pena.
Mi spiego meglio, se cerchiamo un
partner tramite un app di incontri, questa ci richiede l’accesso alla
geolocalizzazione; come anche se preferiamo mandare vocali piuttosto che
messaggi testuali, avremo sempre una porta di accesso consentita al nostro
microfono e ancora, se desideriamo poter fare acquisti in velocità e tramite
telefono, correremo il rischio di furto dei dati della carta di credito.
Per non parlare dei wearable, come
smart watch, cuffie ecc., dati relativi alla nostra salute che viaggiano liberi
nel dispositivo; dalla pressione sanguigna al numero di passi, tutti i dati
fanno numero.
Certo, non bisogno arrivare al
limite della fobia, ma un po’ di furbizia e di attenzione non guastano mai.
È importante sapere che non sempre
c’è la crittografia end-to-end, che sono comunque provider privati che vivono
di guadagni e che nella maggior parte dei casi non è veramente gratis, perché i
dati hanno un valore!
Per maggiori info e per saperne di
più il sito web del Garante privacy è sempre aggiornato.