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12 Marzo 2022
Le licenze Creative Commons. Il Garante e il Capitolo italiano.
Irene Procopio
tempo di lettura: 5 min
Attraverso i
canali digitali possiamo scaricare, condividere e modificare liberamente tantissime
informazioni e contenuti … avendo rispetto dell’autore originario, licenziando
noi stessi le nostre opere, col permesso di contribuire e in trasparenza con
gli altri.
La normativa e
le tendenze internazionali in fatto di licenze di diritto d’autore si sono evolute
in funzione della tecnologia stessa e dei suoi scopi nei confronti dell’utente,
creando e regolando quelle che oggi possiamo comunemente definire come libertà
digitali.
Dopo la nascita
del movimento del software libero, negli anni ‘80, si sono diffuse diverse tipologie
di licenze libere e open, partendo dall’open source fino a raggiungere il più
avanzato livello di contenuto creativo.
La cultura
open si fonda sui concetti del libero accesso e di partecipazione aperta per un
obiettivo comune.
Un contenuto
libero, analogamente al concetto di software libero, è un contenuto fruibile,
riutilizzabile e distribuibile senza restrizioni.
A difesa del
valore sociale della tecnologia e del digitale è nata la necessità di sviluppare
un modo per coinvolgere ed integrare il diritto nei processi informatici.
Il concetto di internet
come rete mondiale ha stravolto le necessità della tecnologia, rendendo il
diritto e le libertà essenziali per il buon funzionamento del sistema complesso
che è la rete. Il bisogno principale è stato quello di abbattere le barriere
che ostruivano la libera comunicazione e il libero scambio di informazioni, in
funzione di creare uno spazio aperto alla condivisione e alla cooperazione.
È facile
intuire come il diritto sia coinvolto per diversi istituti, che possono
svolgere il ruolo sia di strumenti di cooperazione che strumenti di tutela delle
libertà dagli abusi e dall’utilizzo scorretto della tecnologia.
Trattandosi di
un tema vasto, quindi, ci soffermeremo solo sulle informazioni connesse proprio
alle libertà di condivisione, approfondendo il caso delle Creative Commons come
licenze open.
Creative Commons
è un’Organizzazione Non Governativa fondata nel 2001 a Mountain View, in
California, da Lawrence Lessig, professore e fondatore del Centro per internet
e la società all’Harvard University.
Con l’obiettivo
di diffondere e applicare gli stessi principi del software libero ai contenuti
creativi, il professore, insieme ad altri giuristi, ha ideato un sistema gratuito
e standardizzato per licenziare i contenuti creativi, nell’interesse e secondo le esigenze dell’autore
del contenuto.
La famiglia
delle Creative Commons (CC) comprende 6 diversi tipi di licenza, che è
possibile ottenere combinando 4 clausole che, come
mattoncini, possiamo abbinare per creare una licenza adatta ai nostri bisogni di
condivisione.
Attribution
(BY): è il livello base per la licenza open, prevede infatti che il
contenuto possa essere utilizzato per scopi commerciali, modificato, adattato,
incluso in altri contenuti, purché venga il rispettato il diritto morale dell’autore
originario.
Share Alike
(SA): ovvero condividi allo stesso modo, è la clausola che abbinata alla BY
impone che ogni contenuto derivato sia licenziato con la stessa licenza del
contenuto originario.
Non Commercial
(NC): impedisce che il contenuto possa essere sfruttato ai fini commerciali
e quindi come strumento di guadagno o diretto compenso.
No Derivates
(ND): ovvero non consente opere derivate. Essendo la più rigida delle
clausole, non consente di tradurre, alterare, mixare il contenuto o inserirlo in contenuti di altri.
Mentre le prime
due appartengono alla categoria delle licenze Free Culture, ovvero sono
licenze libere che consentono un utilizzo pieno ed illimitato del contenuto, le
altre due, pur rimanendo nel perimetro delle licenze open, non incarnano il
concetto purista di software libero senza restrizioni.
Fuori dalle
licenze open, ma sempre nella famiglia delle CC, troviamo poi la licenza sui generis
della Creative Common Zero, ovvero di pubblico dominio, che consente di
rimuovere tutte le restrizioni imposte sul contenuto. Questo tipo di licenza,
infatti, costituisce una implicita rinuncia al diritto d’autore sul contenuto,
in inglese soprannominata waiver.
Come
ottenere la licenza? Come applicarla al contenuto?
Attraverso un modulo
compilabile sulla pagina web delle Creative Commons è possibile customizzare la
licenza secondo le esigenze del caso e ottenere i riferimenti da indicare per poterla
applicare alla pagina web in cui è pubblicato il contenuto in questione. La prassi
più diffusa è quella di inserire un disclaimer che faccia espresso riferimento
alla licenza Some rights reserved e l’indicazione del link che rimanda al
testo integrale. In caso di pubblicazione su un supporto fisico, il disclaimer può
essere inserito nella parte dedicata ai dati di edizione. Inoltre, la licenza fornisce anche il meta-tag,
attraverso cui inserire nel codice sorgente della pagina web le informazioni
relative al copyright.
Un altro aspetto
innovativo delle licenze Creative Commons è nella loro comunicabilità
attraverso un linguaggio e uno stile di comunicazione accessibile e alla
portata di tutti, si tratta di un design innovativo a tre livelli che facilita
la comprensione della licenza, anche grazie all’utilizzo e diffusione di icone ad
hoc per consentire all’utente di comunicare con chiarezza cosa è consentito e
cosa no, disponibili online e gratuite.
Nel 2016,
Creative Commons ha cambiato il suo assetto organizzativo, diventando il
Creative Global Network, una rete mondiale facente capo a diverse entità locali.
Il Garante e
il Capitolo italiano.
Attraverso un
Protocollo d’intesa tra il Garante per la protezione dei dati personali e il
Capitolo Italiano, quale referente del Creative Global Network, nell’estate del
2021 è stato avviato un progetto che ha l’obiettivo di applicare il modello
delle licenze CC alla privacy e alla protezione dei dati personali; semplificando
le informative sul trattamento dei dati personali e creando soluzioni standardizzate
anche per la privacy.
Nonostante il
tema dei dati personali non coinvolga direttamente il diritto d’autore, vi è
connesso in funzione degli altri diritti connessi, come il diritto all’immagine
e la violazione della privacy quando nuoce alla libera circolazione delle opere
protette.
In adeguamento
al Creative Commons Global Network, il Capitolo Italiano ha il ruolo di
applicare i principi del Network al contesto italiano. Quale organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che
era già operativo sul tema da diversi anni col progetto di creazione del sito
web italiano delle licenze CC, l’Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi
Giudiziari (IGSG), è l’attuale membro istituzionale per l'Italia del Creative Commons Global
Network.