2 Luglio 2022

SDG dell’ONU e innovazione giuridica. Namati, una rete per la giustizia.

Irene Procopio

tempo di lettura: 4 min

Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Nell’attuale contesto internazionale ricco di sfide sociali, l’attenzione per il benessere, l’ambiente, la giustizia e altri temi, cresce quale ideale moderno comune a tutti i Paesi nel mondo.

Ricostruire in poche righe e in modo puntuale la storia del diritto internazionale è pressoché impossibile, non lo è, invece, ripercorrere insieme alcune tappe fondamentali che hanno inciso maggiormente sulle politiche sociali dei singoli Stati rispetto a quelle globali.

Da molti anni, l’ONU e altre Organizzazioni internazionali preposte alla salvaguardia e alla tutela dei diritti umani, si occupano di promuovere l’uguaglianza di tutti gli uomini senza discriminazioni.

Il 10 dicembre 1948, è stata approvata e proclamata la Dichiarazione universale dei diritti umani dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Uno dei più importanti eventi storici degli ultimi 100 anni, che ancora oggi rappresenta e consacra i punti di unione e comunanza tra tutti i Paesi, rappresentando la prima testimonianza della volontà della comunità internazionale di riconoscere universalmente i diritti umani.

Altro importante evento è avvenuto nel 1966: gli Stati aderenti sono intervenuti approvando il Patto internazionale delle Nazioni Unite sui diritti economici, sociali e culturali entrato poi in vigore nel 1978.

All’interno del Patto è sancito il principio di autodeterminazione dei popoli nel perseguimento degli obiettivi sociali globali:

Art. 1 Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturale.

A tutela e a garanzia dell’identità economica, sociale e culturale dei singoli Stati, il principio di autodeterminazione rappresenta appunto una sorta di limite indiretto alla predominanza della sola visione globale. Successivamente è stato avviato un programma d’intervento tra i Paesi aderenti, con lo scopo di attuare piani di sviluppo e di coordinamento delle attività. In applicazione dei Principi sanciti all’interno della Dichiarazione sono stati, via via, istituiti i vari Organi e le Autorità competenti; tra i quali, il Consiglio dei diritti umani dell’ONU, istituito nel 2006 in sostituzione della precedente Commissione, si occupa di supervisionare e informare l'opinione pubblica mondiale sul rispetto e sulle violazioni dei diritti umani.

L’attività di informazione da parte delle Istituzioni svolge un ruolo fondamentale per contribuire allo sviluppo globale, promuovere il benessere umano e proteggere l’ambiente. Ne sono un importantissimo esempio gli obiettivi globali approvati dai vari Paesi, come gli SDG, quale strumento di coordinamento delle politiche dei singoli Stati rispetto al panorama internazionale.

Gli SDG (Sustainable Development Goals) sono una raccolta di 17 obiettivi e 169 sotto-obiettivi, approvati nel 2015 da più di 150 Paesi e previsti nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU.

La Dichiarazione universale dei diritti umani evidenzia come la parità di condizioni debba essere garantita a tutti, senza distinzioni, ma le vicende storiche testimoniano come questa parità sia stata spesso negata e come, anche adesso, vi siano Paesi in cui la parità e l’uguaglianza non sono rispettate. Gli SDG, come altri interventi, diffondono una vera e propria corrente di pensiero, un movimento che promuove la partecipazione attiva di tutti al fine di raggiungere obiettivi sociali globali e comuni.

I principi sociali internazionali, sia rispetto agli SDG che in altri casi, meritano di essere veicolati oltre la propaganda mediatica e verso un’applicazione pratica su problemi concreti.

Attraverso gli SDG, l’ONU coinvolge la popolazione mondiale anche nella promozione di una giustizia inclusiva e accessibile (Goal 16) e nel rafforzamento delle forme di collaborazione e cooperazione tra Stati (Goal 17).

Il diritto è uno dei nostri strumenti più potenti per far progredire la comunità. Come il concetto di diritto, anche quello di giustizia è strettamente connesso con il contesto o l’ambito a cui in quel momento e in quel posto si riferisce. Nell’analisi dei fattori che influenzano e incidono negativamente o positivamente, è importante quindi avere la giusta prospettiva rispetto al problema che, seppur globale, merita di essere valutato caso per caso, localmente e in una visione d’insieme, come parte di un sistema.

Soprattutto a livello locale, l’innovazione giuridica risulta lo strumento più idoneo per conseguire gli obiettivi internazionali e incrementare le performance sia economiche che sociali del diritto, quale strumento di progresso e di miglioramento delle condizioni di vita. È sottointeso, però, che in alcuni contesti il suo valore aumenti esponenzialmente, proprio perché ce ne è più bisogno.

Namati, una rete per la giustizia.

Ancora prima che gli SDG fossero approvati, è stato avviato Namati, un progetto innovativo che si propone di colmare il gap nell’accesso alla giustizia. È una rete di avvocati che promuovono la giustizia nel mondo, fondata nel 2011 da Vivek Maru, un avvocato americano, attivista per i diritti umani.

Il nome deriva da una parola sanscrita che significa "modellare qualcosa in una curva”, dove la curva rappresenta la giustizia. Namati e i membri del Legal Empowerment Network promuovono la giustizia sociale e ambientale costruendo un movimento di persone che conoscono, usano e promuovono la legge.

Si occupano di affrontare diverse ingiustizie, lavorando su tre questioni urgenti in sei Paesi diversi: Mozambico, India, Kenya, Myanmar, Sierra Leone, USA.

· Giustizia nella Sanità

· Giustizia ambientale e del territorio

· Giustizia per la cittadinanza

Complessivamente nel 2021, oltre 400 persone in rappresentanza di oltre 140 organizzazioni provenienti da oltre 70 Paesi hanno partecipato ad attività di apprendimento reciproco su come far progredire la giustizia.

Come Namati, altri progetti innovativi si occupano di rispondere concretamente ad un problema che, seppur nato molti anni prima che nascessimo, ci riguarda indirettamente, come parte di quella libera comunità internazionale che decide di promuovere uno sviluppo sostenibile.

Gli obiettivi dell’ONU non devono essere confusi con la propaganda e gli slogan di tendenza finalizzate alle vendite. Si diffondono sempre più campagne pubblicitarie di lotta ai virus e all’emissione di CO2, infatti, i temi del rischio sanitario e della green energy dominano la scena, oscurando altri obiettivi che, nell’insieme, contribuiscono allo sviluppo globale.

Lo sviluppo sostenibile per l’uomo e per il suo territorio non può prescindere dalla giustizia e dall’uguaglianza; così come il benessere e la salute hanno bisogno del supporto del diritto nella garanzia dei servizi essenziali e della pubblica assistenza.

L'individuo, in quanto ha dei doveri verso gli altri e verso la collettività alla quale appartiene, è tenuto a sforzarsi di promuovere e di rispettare i diritti riconosciuti nel presente Patto (dal Preambolo al Patto internazionale delle Nazioni Unite del 1966).


torna alle Ultime uscite

condividi l'articolo copiando questo link

Irene Procopio

Ciao, sono una Giurista e mi occupo di strategie di governo e gestione d'impresa.

L'obiettivo è impossibile solo se manca un piano. Date retta ai giuristi.

LEGGI DI PIù

ALTRI ARTICOLI DAL BLOG:

CC-BY-SA icon orange - Creative Commons (modified by Masur) - http://mirrors.creativecommons.org/presskit/buttons/88x31/svg/by-sa.svg

Salvo dove diversamente indicato, il contenuto del blog di SIS. PRO Firenze è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale