31 Luglio 2021
Mi hanno chiesto, vi rispondo. l'efficienza.
Tiziana Procopio
tempo di lettura: 2 min

Mi hanno chiesto…RISPOSTE.
La domanda delle domande, quella
implicita ma esplicita, quella che nessuno fa ma tutti pensano: Cosa si
intende per efficienza?
La prima, delle tante richieste che
riceve un consulente, può sembrare la più banale e scontata, quando spesso è
dettata proprio dall’operato del professionista.
In quanto consulenti, siamo
chiamati a soddisfare le necessità di un’azienda, di un cliente.
In quanto consulenti, siamo anche
chiamati a risolvere i problemi e far si che tutto funzioni.
In qualsiasi settore ci si trovi
a lavorare, poche sono le essenzialità perché un rapporto cliente-consulente
funzioni alla perfezione: sincerità da parte del cliente, efficienza da parte
del professionista.
Da un lato, non è sempre semplice
per il cliente mettere a nudo le proprie problematiche dinanzi a un
professionista chiamato per dare soluzioni, tuttavia è il miglior modo di
creare sinergia nel sistema di lavoro cliente-consulente così da raggiungere
l’obiettivo. Dall’altro, è essenziale che il cliente si senta compreso, capito,
soddisfatto dal professionista, perché possa sentirsi libero di raccontare
tutto dei propri “difetti” e far si che esso li risolva nel miglior modo
possibile.
Non stiamo parlando di efficienza
in termini di disponibilità H24, assoluta riverenza e assecondare ogni
richiesta da parte del professionista, bensì parliamo di:
dare risposte (qualsiasi esse
siano) ad una domanda nel più breve tempo possibile,
pianificare e programmare il
proprio lavoro rendendo partecipe il cliente, così da essere conscio di ciò che
saranno i tempi per sviluppare l’obiettivo.
Seppure sia vero che il cliente
paga, non è del tutto vero che debba essere il cliente a “comandare”.
Mi spiego meglio.
I ritmi di lavoro, la
pianificazione degli obiettivi, devono essere dettati dal professionista.
In nessun settore e in nessun
ambito lavorativo è vantaggioso lasciare che siano i ritmi (emotivi e coinvolti)
del cliente a dettare l’andamento del lavoro. Mai, e poi mai, il consulente
deve lasciare che sia il cliente a definire i tempi tecnici, le tempistiche,
l’andamento del lavoro, e questo non perché ci sia un più forte, ma tuttavia,
c’è un più preparato, un più competente, un più oggettivo,
altrimenti, non avremmo motivo di rivolgerci a un consulente, ovvero a un
professionista.
Da cosa deriva tutto ciò?
Dall’esigenza di colmare una lacuna.
Il cliente ha bisogno di
risolvere un problema per cui non sa come e cosa fare.
Il professionista è l’unico che
può aiutare, con la propria competenza, il problema del cliente con una chiara
soluzione.
È da ciò che possiamo evincere
CHI GUIDA.
E allora, è importante da
professionisti far sì che non sia mai il cliente a dettare il ritmo e
quantificare la nostra efficienza (nessun cliente può quantificare l’efficienza
di un professionista... non avere le stesse competenze, in ogni ambito, non
consente un parametro di giudizio oggettivo). Mentre da cliente è importante
far si che sia chiaro al professionista ciò di cui c’è bisogno, l’obiettivo da
raggiungere, mantenendo sempre la sincerità che è richiesta in un sistema
cliente-consulente per far sì che funzioni.
Pertanto, la risposta è molto
semplice… Guidati, è meglio.
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