25 Giugno 2022

Pianificare la produzione.

Tiziana Procopio

tempo di lettura: 2 min

Foto di RAEng_Publications da Pixabay
In ambito agroalimentare, ma non solo, la produzione ottenuta nell’anno di esercizio non sempre rispecchia l’esigenza dell’azienda e ancora meno la richiesta del cliente.

A farla da padrone, in ambito agricolo, sono soprattutto le condizioni climatiche e stagionali, a cui i prodotti del settore sono condizionati (se parliamo di produzioni tradizionali, in condizioni di pieno campo e senza attrezzature di condizionamento climatico): siccità, piogge torrenziali, grandinate, gelate, ecc, sono eventi che difficilmente possono essere previsti se non per “periodi” più o meno ricorrenti.

Settore.

Tuttavia, non possiamo che considerare che il prodotto, ovvero ciò che viene ottenuto dalla produzione e commercializzato dall’azienda, sia in ambito agricolo che non agricolo, è ciò che rende efficiente tutto il sistema produttivo.

Pertanto, alla richiesta del cliente, in termini di qualità e quantità di prodotto, l’azienda deve sempre poter rispondere con adeguatezza e supportando anche la strategia di vendita adottata dal commerciale. E questo, come ben intuibile, vale per qualsiasi settore produttivo.

Collaborazione.

L’interfaccia del commerciale, in relazione al settore produttivo diviene determinante. Se lavorando in collaborazione, in periodi precedenti l’effettiva richiesta di un prodotto aziendale, si pianificano quantità e varietà dei prodotti da commercializzare e a chi rivolgere l’offerta, ecco che si efficienta ed ottimizza il sistema produttivo, la vendita e la resa (in ambito agricolo, anche resa produttiva!).

Ma facciamo un esempio pratico.

Un azienda agricola che produce olio, sa già che la produzione sarà quantificata e ottenuta nel periodo autunnale (ottobre-novembre), sa già le caratteristiche varietali del proprio olio, e sa anche quale sarà il proprio mercato di riferimento in relazione al packaging prescelto per la vendita: grandi quantità in un solo imballo (taniche da 5Kg, per esempio) determinano una destinazione ad uso ristorazione, domestico, non già la vendita al dettaglio o tipicamente turistica in azienda (più opportuno e accattivante un packaging più curato, con quantità inferiori e di più semplice trasporto, 250 ml in bottiglie di ceramica artigianale potrebbe esserne un esempio).

Ecco allora che durante il resto dell’anno, soprattutto già nel periodo primaverile in cui si evince da fioritura e allegagione quale sarà la mole di resa rispetto alle stesse piante per quell’anno di esercizio, è opportuno dimensionare e pianificare:

  • Mercato di riferimento: identificando due tipologie di prodotto e quindi packaging, determinante rispetto alla quantità ottenuta dalla resa delle piante, è auspicabile scendere nel dettaglio delle percentuali di destinazione all’uno o all’altro mercato

  • Offerta commerciale: partendo dai canali già fidelizzati, sarà compito del commerciale avviare una strategia di vendita del prodotto ancor prima della raccolta, rimanendo si nelle percentuali prescelte per tipologia di packaging ma anche lavorando in un range di incertezza (più o meno il valore percentuale), scongiurando eventuali scorte rimaste invendute, ma anche garantendo la vendita di quanto già pattuito

Venduto.

Quanto di più efficiente abbiamo reso in questo esempio, non sempre si verifica in realtà. E tuttavia le variabili che determinano il funzionamento di tale meccanismo non sempre sono ben prevedibili e quantificabili.

Riteniamo però opportuno voler fissare il focus su quanto possa essere redditizio (non solo per chi vende, ma anche per chi compra), avere garanzia di posizionamento sul mercato per il proprio prodotto ancor prima della raccolta. Come anche avere certezza di potersi accaparrare quel prodotto, con quelle caratteristiche, e non “accontentarsi dell’avanzo di mercato” per chi acquista.

Le annate produttive, l’andamento della stagionalità, il cambiamento climatico, non consentono sempre tale previsione nel dettaglio e precisione nelle pianificazioni, e non solo in ambito agricolo, giacchè come visto, anche un conflitto mondiale, una dichiarazione stampa, una scelta diplomatica, posso variare le sorti di tutti i settori sul mercato.

Benchè sia di difficile gestione anche l’imprevisto, rimane comunque una scelta di efficienza quella di pianificare e ottimizzare il proprio investito, rispetto a quanto possibile, perché ricordiamolo, lavorare in emergenza (e anche dover vendere chili e chili di prodotti rimasti a scorta è di fatto una grossa emergenza!), non è mai sinonimo di qualità: per l’azienda, per il prodotto, per l’acquirente.

Per ciò e per esperienza diretta, la raccolta dei dati aziendali, lo storico delle vendite e degli acquisti, ma anche delle spese e delle scorte, è fonte inesauribile di miglioramento ed efficienza per qualsiasi produzione.

Guidati, è meglio.


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Tiziana Procopio

Ciao, sono Agronomo e Auditor, mi occupo di gestione aziendale in ambito agroalimentare, ma anche formazione, qualità e sicurezza.

Chiediti cosa sei chiamato a fare, e poi fallo con passione. Guidati, è meglio. 

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