31 Luglio 2021

Mi hanno chiesto, vi rispondo. l'efficienza.

Tiziana Procopio

tempo di lettura: 2 min

Foto di nugroho dwi hartawan da Pixabay
Mi hanno chiesto…RISPOSTE.
La domanda delle domande, quella implicita ma esplicita, quella che nessuno fa ma tutti pensano: Cosa si intende per efficienza?
La prima, delle tante richieste che riceve un consulente, può sembrare la più banale e scontata, quando spesso è dettata proprio dall’operato del professionista.

In quanto consulenti, siamo chiamati a soddisfare le necessità di un’azienda, di un cliente.

In quanto consulenti, siamo anche chiamati a risolvere i problemi e far si che tutto funzioni.

In qualsiasi settore ci si trovi a lavorare, poche sono le essenzialità perché un rapporto cliente-consulente funzioni alla perfezione: sincerità da parte del cliente, efficienza da parte del professionista.

Da un lato, non è sempre semplice per il cliente mettere a nudo le proprie problematiche dinanzi a un professionista chiamato per dare soluzioni, tuttavia è il miglior modo di creare sinergia nel sistema di lavoro cliente-consulente così da raggiungere l’obiettivo. Dall’altro, è essenziale che il cliente si senta compreso, capito, soddisfatto dal professionista, perché possa sentirsi libero di raccontare tutto dei propri “difetti” e far si che esso li risolva nel miglior modo possibile.

Non stiamo parlando di efficienza in termini di disponibilità H24, assoluta riverenza e assecondare ogni richiesta da parte del professionista, bensì parliamo di:

  • dare risposte (qualsiasi esse siano) ad una domanda nel più breve tempo possibile,

  • pianificare e programmare il proprio lavoro rendendo partecipe il cliente, così da essere conscio di ciò che saranno i tempi per sviluppare l’obiettivo.

Seppure sia vero che il cliente paga, non è del tutto vero che debba essere il cliente a “comandare”.

Mi spiego meglio.

I ritmi di lavoro, la pianificazione degli obiettivi, devono essere dettati dal professionista.

In nessun settore e in nessun ambito lavorativo è vantaggioso lasciare che siano i ritmi (emotivi e coinvolti) del cliente a dettare l’andamento del lavoro. Mai, e poi mai, il consulente deve lasciare che sia il cliente a definire i tempi tecnici, le tempistiche, l’andamento del lavoro, e questo non perché ci sia un più forte, ma tuttavia, c’è un più preparato, un più competente, un più oggettivo, altrimenti, non avremmo motivo di rivolgerci a un consulente, ovvero a un professionista.

Da cosa deriva tutto ciò? Dall’esigenza di colmare una lacuna.

Il cliente ha bisogno di risolvere un problema per cui non sa come e cosa fare.

Il professionista è l’unico che può aiutare, con la propria competenza, il problema del cliente con una chiara soluzione.

È da ciò che possiamo evincere CHI GUIDA.

E allora, è importante da professionisti far sì che non sia mai il cliente a dettare il ritmo e quantificare la nostra efficienza (nessun cliente può quantificare l’efficienza di un professionista... non avere le stesse competenze, in ogni ambito, non consente un parametro di giudizio oggettivo). Mentre da cliente è importante far si che sia chiaro al professionista ciò di cui c’è bisogno, l’obiettivo da raggiungere, mantenendo sempre la sincerità che è richiesta in un sistema cliente-consulente per far sì che funzioni.

Pertanto, la risposta è molto semplice… Guidati, è meglio.


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Tiziana Procopio

Ciao, sono Agronomo e Auditor, mi occupo di gestione aziendale in ambito agroalimentare, ma anche formazione, qualità e sicurezza.

Chiediti cosa sei chiamato a fare, e poi fallo con passione. Guidati, è meglio. 

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