8 Ottobre 2022

Formazione: sempre obbligatoria.

Tiziana Procopio

tempo di lettura: 3 min

Foto di Ichigo121212 da Pixabay
Nei contesti produttivi, più o meno industrializzati, si fa sempre una grande distinzione tra formazione "obbligatoria” e “non obbligatoria”. La differenza dovrebbe essere data dal grado di volontarietà nel decidere di svolgerla, acquisirla, assegnarla, oppure no. E il più delle volte (quella “non obbligatoria”, nei più virtuosi) rientra nella seconda opzione: oppure no!

Che forma?

La possibilità di definire, delineare una figura professionale, al di là della mansione ricoperta, all’interno della propria azienda, contribuisce a definire e delineare il personale perfetto per la propria azienda e quella specifica mansione.

Un po' come distinguere un abito confezionato da una grande griffe in serie, rispetto ad un abito sartoriale, disegnato e cucito sul corpo di chi lo dovrà indossare. Nella visione collettiva, solo chi può acquista un abito sartoriale cucito su se stesso, mentre i più attingono a riproduzioni industriale, che seppur di pregio medio-alto, non hanno la stessa fattezza di un abito cucito su misura.

Qualità?

Ebbene sì, è una questione di qualità.

La possibilità di formare il personale aziendale, che sia obbligatoria o meno non differisce, è una questione di qualità aziendale. Laddove c’è un’esigenza, sussiste la necessità di ricorrere a fonti di formazione per disegnare la necessità di colmare quella lacuna aziendale.

Andiamo per esempi, è più immediato e semplice:

  • il personale addetto alla manipolazione degli alimenti ripetutamente commette l’errore di contaminare il prodotto confezionato, con oggetti di vario genere tutti provenienti dall’attività dell’addetto (ciondoli, orecchini, unghie, penne, ecc.): formando il personale posso trasmettere loro la gravità della contaminazione che hanno provocato: non si possono indossare monili in un reparto di manipolazione dei prodotti alimentari, e non si possono introdurre nel reparto oggetti che possono contaminare il prodotto  

--> FORMAZIONE OBBLIGATORIA: H.A.C.C.P.

  • il personale aziendale è in un periodo di fermento e di accese discussioni a seguito di un’ondata di malessere proveniente dal periodo di crisi nazionale, sente molto la necessità di esporre le proprie problematiche alla Direzione ma ne teme le ripercussioni: formando una figura di addetto/responsabile qualità aziendale, si riesce a ottimizzare e integrare nel metodo produttivo del sistema, anche la capacità di mediazione tra il personale dipendente e la Direzione

--> FORMAZIONE NON OBBLIGATORIA: Lead Auditor UNI EN ISO 9001:2015

  • la gestione della turnazione rispetto ai dipendenti aziendali non ha il consenso di tutti i dipendenti, arrivano lamentele, il lavoro non è efficiente durante tutta la giornata produttiva e la prestazione lavorativa cala nel tempo: formando l’addetto/responsabile alle risorse umane alla interazione con il personale e all’acquisizione di feedback sulla turnazione, sulle prestazioni personali singole rispetto alla mansione svolta, integrando cioè il dialogo con la visione del problema aziendale, si riesce ad arrivare con più efficienza e rapidità alla risoluzione del problema stesso, sia per il dipendente, che per l’azienda

--> FORMAZIONE NON OBBLIGATORIA: Lead Management Human Resources

Questi sono solo alcuni degli esempi che in quasi tutte le aziende si rilevano e possono essere risolti.

La parte essenziale che sta al pre di queste “risoluzioni” ed input che vi abbiamo riportato, è il cambio di mentalità per l’imprenditore, necessario in tutti i sistemi produttivi.

Abbiamo tempo?

Spesso il tempo destinato alla formazione del personale viene visto come tempo perso, soprattutto per chi (l’imprenditore!) la formazione la paga.

Eppure nel lungo periodo, consentire al personale di apprendere, viene visto come chiaro momento di miglioramento e crescita aziendale, nel tempo.

L’acquisire una formazione specifica, anche per un inquadramento quadro, non solo per un operaio, può essere un momento di ristoro, di calma e di creatività, che consente alla mente di chi acquisisce, di interconnettere quanto acquisito con quanto visto durante il lavoro.

Si accende la famosa lampadina insomma!

La stessa che consente all’azienda di migliorare, perché lo stimolo del personale dipendente, è il motore e lo stimolo anche per l’azienda, lavorando all’unisono per un interesse comune. E questo va alimentato e supportato sempre.

Non è mai tempo perso o denaro sprecato.

Guidati, è meglio.


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Tiziana Procopio

Ciao, sono Agronomo e Auditor, mi occupo di gestione aziendale in ambito agroalimentare, ma anche formazione, qualità e sicurezza.

Chiediti cosa sei chiamato a fare, e poi fallo con passione. Guidati, è meglio. 

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