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8 Ottobre 2022
Formazione: sempre obbligatoria.
Tiziana Procopio
tempo di lettura: 3 min
Nei contesti produttivi, più o
meno industrializzati, si fa sempre una grande distinzione tra formazione
"obbligatoria” e “non obbligatoria”. La differenza dovrebbe essere data
dal grado di volontarietà nel decidere di svolgerla, acquisirla, assegnarla,
oppure no. E il più delle volte (quella “non obbligatoria”, nei più virtuosi)
rientra nella seconda opzione: oppure no!
Che forma?
La possibilità di definire,
delineare una figura professionale, al di là della mansione ricoperta,
all’interno della propria azienda, contribuisce a definire e delineare il personale
perfetto per la propria azienda e quella specifica mansione.
Un po' come distinguere un abito
confezionato da una grande griffe in serie, rispetto ad un abito sartoriale,
disegnato e cucito sul corpo di chi lo dovrà indossare. Nella visione
collettiva, solo chi può acquista un abito sartoriale cucito su se stesso,
mentre i più attingono a riproduzioni industriale, che seppur di pregio
medio-alto, non hanno la stessa fattezza di un abito cucito su misura.
Qualità?
Ebbene sì, è una questione di
qualità.
La possibilità di formare il
personale aziendale, che sia obbligatoria o meno non differisce, è una
questione di qualità aziendale. Laddove c’è un’esigenza, sussiste la necessità
di ricorrere a fonti di formazione per disegnare la necessità di colmare quella
lacuna aziendale.
Andiamo per esempi, è più
immediato e semplice:
il personale addetto alla manipolazione degli
alimenti ripetutamente commette l’errore di contaminare il prodotto
confezionato, con oggetti di vario genere tutti provenienti dall’attività
dell’addetto (ciondoli, orecchini, unghie, penne, ecc.): formando il
personale posso trasmettere loro la gravità della contaminazione che hanno
provocato: non si possono indossare monili in un reparto di manipolazione dei
prodotti alimentari, e non si possono introdurre nel reparto oggetti che
possono contaminare il prodotto
--> FORMAZIONE
OBBLIGATORIA: H.A.C.C.P.
il personale aziendale è in un periodo di
fermento e di accese discussioni a seguito di un’ondata di malessere
proveniente dal periodo di crisi nazionale, sente molto la necessità di esporre
le proprie problematiche alla Direzione ma ne teme le ripercussioni: formando
una figura di addetto/responsabile qualità aziendale, si riesce a ottimizzare e
integrare nel metodo produttivo del sistema, anche la capacità di mediazione
tra il personale dipendente e la Direzione
--> FORMAZIONE NON
OBBLIGATORIA: Lead Auditor UNI EN ISO 9001:2015
la gestione della turnazione rispetto ai
dipendenti aziendali non ha il consenso di tutti i dipendenti, arrivano
lamentele, il lavoro non è efficiente durante tutta la giornata produttiva e la
prestazione lavorativa cala nel tempo: formando l’addetto/responsabile alle
risorse umane alla interazione con il personale e all’acquisizione di feedback
sulla turnazione, sulle prestazioni personali singole rispetto alla mansione
svolta, integrando cioè il dialogo con la visione del problema aziendale, si
riesce ad arrivare con più efficienza e rapidità alla risoluzione del problema
stesso, sia per il dipendente, che per l’azienda
--> FORMAZIONE NON
OBBLIGATORIA: Lead Management Human Resources
Questi sono solo alcuni degli
esempi che in quasi tutte le aziende si rilevano e possono essere risolti.
La parte essenziale che sta al
pre di queste “risoluzioni” ed input che vi abbiamo riportato, è il cambio di
mentalità per l’imprenditore, necessario in tutti i sistemi produttivi.
Abbiamo tempo?
Spesso il tempo destinato alla
formazione del personale viene visto come tempo perso, soprattutto per chi
(l’imprenditore!) la formazione la paga.
Eppure nel lungo periodo,
consentire al personale di apprendere, viene visto come chiaro momento
di miglioramento e crescita aziendale, nel tempo.
L’acquisire una formazione
specifica, anche per un inquadramento quadro, non solo per un operaio, può
essere un momento di ristoro, di calma e di creatività, che consente alla mente
di chi acquisisce, di interconnettere quanto acquisito con quanto visto durante
il lavoro.
Si accende la famosa lampadina
insomma!
La stessa che consente
all’azienda di migliorare, perché lo stimolo del personale dipendente, è il
motore e lo stimolo anche per l’azienda, lavorando all’unisono per un interesse
comune. E questo va alimentato e supportato sempre.