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8 Novembre 2025
IA
o un Professionista?
Tiziana Procopio
tempo di lettura: 4 min
Probabilmente
a molti di noi è successo in questi giorni di ricevere email dall’Ordine
Professionale, in cui si comunica a tutti gli iscritti di prestare attenzione
alla Legge n. 132 del 10 Ottobre 2025: Disposizioni e le deleghe al Governo in
materia di intelligenza artificiale.
Facciamo
un passo indietro.
Il
Regolamento UE 2024/1689 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13/6/2024
stabilisce regole armonizzate in materia di intelligenza artificiale, e nei
“Considerando” del Regolamento (parte spesso trascurata mentre invece
estremamente interessante per la comprensione del testo), viene descritto lo
scopo del documento normativo:
[…]
migliorare il funzionamento del mercato interno istituendo un quadro giuridico
uniforma in particolare per quanto riguarda lo sviluppo, l’immissione sul
mercato, la messa in servizio e l’uso di sistemi di intelligenza artificiale
(sistemi di IA) nell’Unione.
Come
per tutti i Regolamenti comunitari, la Legge n.132 del 10/10/25 è
l’applicazione dello Stato membro Italia, in quanto Regolamentato a livello
europeo, e ciò si evince anche dai primi due articoli della Legge, ma dall’art.
1 della Legge si riporta:
La
presente legge reca principi in materia di ricerca, sperimentazione, sviluppo,
adozione e applicazione di sistemi e di modelli di intelligenza artificiale.
Promuovere u utilizzo corretto, trasparente e responsabile, in una dimensione
antropocentrica, dell’intelligenza artificiale, volto a coglierne le
opportunità. Garantisce la vigilanza sui rischi economici e sociali e
sull’impatto sui diritti fondamentali dell’intelligenza artificiale.
Quando
si è Professionisti, si fornisce un servizio intellettuale, una competenza
intrinseca della persona, del
Professionista, che ne caratterizza pertanto il valore.
A
sostegno di alcune categorie professionali, vi sono poi gli Ordini
Professionali, vere e proprie delegazioni ministeriali per la tutela del
Professionista (e ancor prima della Professione!), ma anche garanzia per il
Cliente.
Con
l’entrata in campo dell’Intelligenza Artificiale, in molti casi, anche solo per
sperimentazione, curiosità, gioco, abbiamo scoperto le diverse “potenzialità”
di questo strumento. Trattandosi di innovazione tecnologica, sicuramente non è
da condannare e bandire l’opportunità dello strumento (non siamo più nel
Medioevo e per fortuna!).
È
importante invece REGOLAMENTARE e LEGIFERARE a riguardo, come appunto chi di
dovere ha fatto con la Legge n.132 del 10/10/2025.
Quali
sono le considerazioni da Professionista appartenente ad un Ordine
Professionale?
Le
condivido con voi.
La mia
professione di Dottore Agronomo ha di fatto un Ordine Professionale che mi
impone un’etica, una deontologia professionale che mi obbliga al rispetto di
diverse regole a tutela della Professione e del Cliente: se altri (colleghi?)
utilizzano IA per redigere documenti, progetti, pareri, ecc. in pochi minuti,
mentre io attingo alle mie competenze per fare la stessa cosa; è giusto che chi
ne fa uso lo dichiari anche al Cliente già nella lettera di incarico, lasciando
valutare a quest’ultimo la qualità del servizio offerto anche in rapporto
all’eventuale prezzo proposto.
La mia
professione di Dottore Agronomo ha come core business l’interpretazione,
l’osservazione, la valutazione soggettiva e professionale del Professionista
incaricato: come può l’IA arrivare ad avere competenze che un Dottore
Agronomo acquisisce con anni di studio ed esperienza?
Può
qualsiasi professione intellettuale essere sostituita dalla IA senza alcuna
comunicazione al Cliente di quali e quanto gli strumenti tecnologici sono stati
utilizzati?
Le
mie perplessità a riguardo vengono da diversi fattori: un mercato difficile,
una scarsa conoscenza delle competenze del Dottore Agronomo, una difficile
comprensione del lavoro in backoffice delle consulenze fornite. In aggiunta a
questo, anche prima dell’avvento della IA, molti hanno derubato le competenze
del Dottore Agronomo, fingendo iscrizioni all’Albo, dichiarazioni mendaci, fino
a vere e proprie truffe.
Pertanto,
laddove sia possibile GESTIRE e REGOLAMENTARE l’utilizzo di uno strumento
tecnologico, che avrà sicuramente qualcosa di utile e fruibile ANCHE per il
Professionista, è giusto che questo venga fatto.
Ancor
più importante, è giusto che il Cliente leggendo la sua lettera di incarico
(anche questa molte volte, mai pervenuta…giunge voce), possa comprendere la
tipologia del servizio proposto in rapporto al prezzo indicato.
Le
ore lavorate per redigere un documento di 30 pagine, ma anche solo dietro ad un
parere tecnico, non sono solo quelle necessarie per la scrittura del documento:
una mezz’ora per i più abili con la tastiera.
Le
ore lavorate sono:
sopralluogo
e raccolta dati in campo
studio,
valutazione e osservazione del contesto
studio,
valutazione e progettazione delle soluzioni
studio,
redazione e disegno tavole grafiche
scrittura
documento conclusivo.
Tutto
questo, non ha lo stesso valore se fatto totalmente con l’IA.
Ma,
fidatevi di un detto sempre attuale:
“Se
pensi che un Professionista ti costi troppo oggi, non sai quanto ti costerà un
dilettante domani.”