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20 Maggio 2023
Il limite della qualità: con x diverso da infinito.
Tiziana Procopio
tempo di lettura: 3 min
C’è chi pensa che per fare qualità, un’azienda debba esigere tanto e
mostrare alti i propri standard.
E in parte questo è vero. Esigo tanto, perché so di valere tanto, e mi
muovo secondo il mio livello.
Ma come in tutte le cose, il limite da considerare deve essere
tangibile, definito, ma soprattutto esserci.
Lim(x=∞)f(x)=∞
No non parliamo di numeri, semplicemente vogliamo sfruttare concetti
teorici, tecnici, per spiegare in maniera pratica cosa succede quando non si
considera un “limite”.
Nel quotidiano di un’azienda accadrà spesso l’interazione tra cliente e
fornitore. È un rapporto reciproco tra le parti, che fa si che tutto mantenga
un equilibrio realistico: tutti giocano le proprie carte, ognuno trae il
proprio vantaggio.
Bene.
Tuttavia, nel lungo percorso di questa interazione, succede che
talvolta una parte o l’altra (il cliente o il fornitore), spostino l’equilibrio
verso il proprio margine di guadagno (a scapito quindi dell’altro in qualche
modo, come economia ci insegna). In quel momento il limite applicato dal
cliente o fornitore che gioca la sua mano, deve esser calibrata con estrema
cura: come detto, trattasi si un equilibrio tra le parti.
Ognuna delle due parti, vuol dire, deve stabilire a intuito e con
talento, il proprio limite.
Partendo dal presupposto che Lim(x=∞)f(x)=∞, sapremo
che non è opportuno e utile per nessuna delle due parti, che il limite sia
quindi infinito (∞): che sia assente.
L’eccesso
di zelo.
Abbiamo
spiegato crediamo in modo più o meno esplicito cosa intendiamo per assenza di
limite. Più che altro considerando quelle che sono le conseguenze di un’assenza
di limite, nella gestione dell’equilibrio cliente-fornitore.
Altra
importante caratteristica dello stesso equilibrio è la misura della
scrupolosità di chi in entrambe le posizioni, si preoccupa di gestire e
documentare, ma soprattutto veicolare le informazioni e le caratteristiche del
prodotto (acquistato o venduto).
Approfondire
un punto critico in un processo di sistema, è scrupolo.
Perseverare
su un punto critico in un processo di sistema, è accanimento.
Per
dirla meglio.
È
lodevole l’azienda che con scrupolo documenta le proprie attività e prodotti,
diventa tuttavia esasperante l’azienda che controlla o pretende di poter
controllare in ogni minimo dettaglio anche gli input del proprio sistema.
Il
giusto metro.
Un
cliente accanito sulle richieste documentali, sulle caratteristiche del
prodotto, sui questionari di qualità, sulla raccolta informazioni in generale,
diventa via via ingestibile: per il proprio sistema produttivo, e per il
fornitore che ad esso fa riferimento sempre rispetto all’equilibrio
cliente-fornitore di cui sopra.
Non
possiamo pensare, da consulenti qualità, e soprattutto da imprenditori che
intendono lavorare con qualità, di poter controllare e documentare sempre in
maniera rigida e dettagliata tutto ciò che fa parte del sistema produttivo
oggetto di ristrutturazione.
Si
parte sempre dal presupposto che un’azienda che vuole certificarsi, fare
qualità e avere un referente per essa, è un’azienda che si impegna per migliorarsi.
Ingabbiare
e soffocare le attività produttive con moli di moduli di procedure, rigidità
nelle attività svolte, e attaccamento al “documento”, significa disincentivare
l’imprenditore da un progetto di qualità che sia ottimizzante ed efficiente nel
proprio ambito.
Che
sia dalla parte del cliente, o che sia fornitore.
Il
focus.
L’obiettivo
è rendere evidenti le fasi del sistema produttivo, nella parte documentale.
Utilizzare
gli strumenti opportuni, siano essi convenzionali o innovativi, perché quello
stesso sistema possa praticamente metterli in atto e migliorarsi.
La
consulenza per la qualità, come la qualità stessa, devono essere semplici,
facili e raggiungibili per il cliente-fornitore, senza nulla togliere alla
produzione: che è il vero mestiere dell’imprenditore.
Fare
qualità significa quindi, valorizzare e migliorare un prodotto, un’azienda, un
sistema produttivo.
Sempre
porsi un limite.
Per
riprendere il limite matematico, quando il x appartiene a N, dove N=R, allora
f(x)ϵR.