19 Marzo 2022

L'importanza della comunicazione

Tiziana Procopio

tempo di lettura: 3 min

Foto di Markus Spiske da Pixabay

In qualsiasi tipo di ricetta, ogni fase è importante perché la successiva porti progressivamente al risultato finale voluto. Anche in qualsiasi sistema produttivo, questo concetto ne costituisce le fondamenta.

Ma come?

La concatenazione delle fasi produttive aziendali definisce il legame di tutto il sistema produttivo, garantendo la possibilità di slegarne ogni tassello, seppur riconoscendo una consecutio obbligatoria tra ognuna di esse.

Ciò che unisce più di tutto la fasi tra loro e crea coerenza ed efficienza, di tutto il sistema, è proprio la comunicazione.

Saper trasferire le informazioni da un reparto all’altro, creare una collaborazione a più livelli, verticale e orizzontale, ovvero tra direzione e operai, tra operai e/o lavoratori di pari mansione, diventa essenziale nel funzionamento routinario e quotidiano, come anche al manifestarsi dell’imprevisto.

Ciò che è importante, oltre al saper comunicare le informazioni, è anche il riuscire a carpire informazioni e sfruttarle per metterle al servizio del miglioramento del sistema. È ciò che caratterizza il concetto di Qualità.

Quando ci si trova a dover affrontare o valutare la riorganizzazione o organizzazione di un sistema produttivo, non si assumono strumenti e informazioni estranei al sistema, ma si parte proprio da ciò che è già all’interno di esso e lo si sfrutta per renderlo il più possibile funzionale alle esigenze della produzione, della direzione e dei lavoratori, nonché del profitto.

Ma perché?

Molto spesso, il cliente sollecita il supporto di un consulente perché ritiene di aver bisogno di qualcosa in più, che manca alla sua azienda, per poter fare bene e meglio.

Molto spesso, il consulente osserva che ciò che serve all’azienda è già presente al suo interno, ma va riorganizzato e ridistribuito in maniera più efficiente e funzionale.

“Semplice a dirsi e semplice a farsi!” si potrebbe dire.

Ebbene, forse non esiste niente di più difficile e complicato da fare.

Cambiare funzione, aspetto, caratteristiche, funzionamento, conformazione, se non personale, attrezzature, macchinari e procedure, in un’azienda già in piena attività, vuol dire intaccare equilibri, scoprire problematiche taciute e riconoscere e sfoderare il vero problema senza maschera, anche e soprattutto al Datore di Lavoro. Non è piacevole per nessuno.

Allora succede che nel lungo periodo (perché se si pensa di “fare la rivoluzione” in un paio di mesi, dobbiamo anche mettere in conto il sicuro fallimento dell’impresa…), si pianifica di scoprire ogni “punto debole” passo passo, cercando di mantenere un equilibrio tutto sommato stabile, senza creare sbilanciamenti eccessivi e barcollamenti destabilizzanti, che potrebbero portare una parte o l’altra a cedere e far crollare tutto.

Con delicatezza e cautela, ma anche con fermezza e pazienza, si vede la trasformazione compiersi, i primi a rendersene conto saranno proprio i lavoratori. Quelli che, in fase di studio e osservazione sanno più dello stesso Datore di lavoro a volte, cosa potrebbe risanare una piccola crepa, oltre a quello che al Datore di lavoro “non è dato sapere”.

Non si tratta di furbizia, scaltrezza o astuzia, ma di mero rispetto delle opinioni di chi costruisce negli anni la ricchezza dell’azienda, offrendo il proprio lavoro e apprezzandolo ogni giorno.

Si tratta di conoscenza di tutto ciò che fa parte del sistema. Perché a dettare regole possiamo esser buoni tutti, ma far sì che, applicate, le regole possano anche funzionare e si sia certi che ciò accada, richiede un occhio lungimirante, rispettoso e soprattutto competente: lo studio e la ricerca si applicano anche al momento del sopralluogo, in ogni fase di osservazione e per tutte le altre fasi in itinere (anche durante una pausa caffè si può scoprire un tassello mancante che risana l’ennesima crepa!).

Ecco che la comunicazione diviene strumento, per conoscere e capire, per migliorare e migliorarsi, per rispettare e scombussolare, per poi rimettere tutto a posto. Non è altro che uno strumento essenziale perché tutto il sistema possa, coeso, funzionare in armonia.

Ma chi?

Tutti. La comunicazione è strumento per tutti e di tutti.

Dalla direzione, all’operaio, dal consulente, al fornitore, dall’autista, al manutentore, non c’è personale addetto che non abbia bisogno e debba farne buon uso.

E se, a volte, è necessario alzare il tono, o abbassarlo, per comunicare frustrazione o compassione, poco importa. Avremo appreso qualcosa anche da questo.

La calma piatta è solo apparenza, quella da temere e che segnala allerta.

Le aziende sono persone, che insieme collaborano per un’idea e un obiettivo comune.

Tutti meritano ascolto.

Tutti devono comunicare.

Guidati, è meglio.


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Tiziana Procopio

Ciao, sono Agronomo e Auditor, mi occupo di gestione aziendale in ambito agroalimentare, ma anche formazione, qualità e sicurezza.

Chiediti cosa sei chiamato a fare, e poi fallo con passione. Guidati, è meglio. 

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