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25 Giugno 2022
Pianificare
la produzione.
Tiziana Procopio
tempo di lettura: 2 min
In ambito agroalimentare, ma non
solo, la produzione ottenuta nell’anno di esercizio non sempre rispecchia
l’esigenza dell’azienda e ancora meno la richiesta del cliente.
A farla da padrone, in ambito
agricolo, sono soprattutto le condizioni climatiche e stagionali, a cui i
prodotti del settore sono condizionati (se parliamo di produzioni tradizionali,
in condizioni di pieno campo e senza attrezzature di condizionamento
climatico): siccità, piogge torrenziali, grandinate, gelate, ecc, sono eventi
che difficilmente possono essere previsti se non per “periodi” più o meno
ricorrenti.
Settore.
Tuttavia, non possiamo che
considerare che il prodotto, ovvero ciò che viene ottenuto dalla produzione e
commercializzato dall’azienda, sia in ambito agricolo che non agricolo, è ciò
che rende efficiente tutto il sistema produttivo.
Pertanto, alla richiesta del
cliente, in termini di qualità e quantità di prodotto, l’azienda deve sempre
poter rispondere con adeguatezza e supportando anche la strategia di vendita
adottata dal commerciale. E questo, come ben intuibile, vale per qualsiasi
settore produttivo.
Collaborazione.
L’interfaccia del commerciale, in
relazione al settore produttivo diviene determinante. Se lavorando in
collaborazione, in periodi precedenti l’effettiva richiesta di un prodotto
aziendale, si pianificano quantità e varietà dei prodotti da commercializzare e
a chi rivolgere l’offerta, ecco che si efficienta ed ottimizza il sistema
produttivo, la vendita e la resa (in ambito agricolo, anche resa produttiva!).
Ma facciamo un esempio pratico.
Un azienda agricola che produce
olio, sa già che la produzione sarà quantificata e ottenuta nel periodo
autunnale (ottobre-novembre), sa già le caratteristiche varietali del proprio
olio, e sa anche quale sarà il proprio mercato di riferimento in relazione al
packaging prescelto per la vendita: grandi quantità in un solo imballo (taniche
da 5Kg, per esempio) determinano una destinazione ad uso ristorazione,
domestico, non già la vendita al dettaglio o tipicamente turistica in azienda
(più opportuno e accattivante un packaging più curato, con quantità inferiori e
di più semplice trasporto, 250 ml in bottiglie di ceramica artigianale potrebbe
esserne un esempio).
Ecco allora che durante il resto
dell’anno, soprattutto già nel periodo primaverile in cui si evince da
fioritura e allegagione quale sarà la mole di resa rispetto alle stesse piante
per quell’anno di esercizio, è opportuno dimensionare e pianificare:
Mercato di riferimento: identificando due
tipologie di prodotto e quindi packaging, determinante rispetto alla quantità
ottenuta dalla resa delle piante, è auspicabile scendere nel dettaglio delle
percentuali di destinazione all’uno o all’altro mercato
Offerta commerciale: partendo dai canali già fidelizzati,
sarà compito del commerciale avviare una strategia di vendita del prodotto
ancor prima della raccolta, rimanendo si nelle percentuali prescelte per
tipologia di packaging ma anche lavorando in un range di incertezza (più o meno
il valore percentuale), scongiurando eventuali scorte rimaste invendute, ma
anche garantendo la vendita di quanto già pattuito
Venduto.
Quanto di più efficiente abbiamo
reso in questo esempio, non sempre si verifica in realtà. E tuttavia le
variabili che determinano il funzionamento di tale meccanismo non sempre sono
ben prevedibili e quantificabili.
Riteniamo però opportuno voler
fissare il focus su quanto possa essere redditizio (non solo per chi vende, ma
anche per chi compra), avere garanzia di posizionamento sul mercato per il
proprio prodotto ancor prima della raccolta. Come anche avere certezza di
potersi accaparrare quel prodotto, con quelle caratteristiche, e non
“accontentarsi dell’avanzo di mercato” per chi acquista.
Le annate produttive, l’andamento
della stagionalità, il cambiamento climatico, non consentono sempre tale
previsione nel dettaglio e precisione nelle pianificazioni, e non solo in
ambito agricolo, giacchè come visto, anche un conflitto mondiale, una
dichiarazione stampa, una scelta diplomatica, posso variare le sorti di tutti i
settori sul mercato.
Benchè sia di difficile gestione
anche l’imprevisto, rimane comunque una scelta di efficienza quella di
pianificare e ottimizzare il proprio investito, rispetto a quanto possibile,
perché ricordiamolo, lavorare in emergenza (e anche dover vendere chili e chili
di prodotti rimasti a scorta è di fatto una grossa emergenza!), non è mai
sinonimo di qualità: per l’azienda, per il prodotto, per l’acquirente.
Per ciò e per esperienza diretta,
la raccolta dei dati aziendali, lo storico delle vendite e degli acquisti, ma
anche delle spese e delle scorte, è fonte inesauribile di miglioramento ed
efficienza per qualsiasi produzione.